Tempo di regali anche alla Rafa Nadal Academy in quel di Manacor, dove si festeggia il primo Natale da ex tennista del suo fondatore e lo staff accademico non ha intenzione di omaggiare l’anziano campione con regali goliardico-allusivi come pantofole o bastoni da passeggio. Tutt’altro. La strenna per l’asso iberico è di quelle celebrative, un trofeo-scultura che riporta su di sé alcuni tra i traguardi più significativi di un percorso unico.
Ecco, quindi, sul piedistallo il numero 92, la base di tutto. Sono i titoli ATP vinti: Rafa ha sollevato il premio del vincitore quattro volte sull’erba, di cui due a Wimbledon, e venticinque su superfici veloci. Sul clay Nadal ha messo in bacheca ben sessantatré coppe con una striscia vincente di ben 81 partite: nessuno ha mai vinto come lui sul rosso, oltreché a Parigi ovviamente, per 14 edizioni.
Le cifre che compongono il numero dei tornei sono percorse da altre scritte, parimenti evocative: le 912 settimane consecutive nella top 10 tra il 25 aprile 2005 e il 19 marzo 2023 e le 209 come numero uno del mondo. Poi arrivano i major, con 22 titoli e trenta finali, e i Master 1000, con 36 allori (10 al Foro). Di seguito: i cinque anni da numero uno a fine stagione, le due medaglie olimpiche, nel 2008 in singolo e nel 2016 in doppio, e il numero di edizioni della Coppa Davis vinte (2004, 2008, 2009, 2011, 2019, record nell’era Open).
Rafa è stato anche il più precoce tra tutti a siglare il career Grand Slam, a 24 anni e tre mesi dopo il titolo newyorchese del 2010. La lista impressionante riporta anche un refuso, che lo rende forse ancora più prezioso nella sua unicità: il dato di 112 partite vinte contro tre sole sconfitte a Parigi probabilmente dimentica il match del 2024 contro Alexander Zverev. In fondo una sconfitta trascurabile in una stagione segnata da ripetute rinunce alle vigilie dei tornei; forse a Parigi non voleva fare uno sgarbo ed è andato comunque, pur non essendo più quello dei bei tempi.
E alla Rafa Nadal Academy glielo hanno “condonato”.
