“Ero a un passo dalla morte, il mio corpo era gonfio, sembravo incinta di otto mesi”. Con queste parole, Sam Lewis, 38 anni, mamma di tre figli, racconta al Daily Mail il suo incubo: una malattia causata da un batterio mangia-carne che le stava “divorando gli organi” e che i medici avevano inizialmente scambiato per Long Covid. La patologia, una pancreatite necrotizzante, ha devastato il suo organismo, costringendola a reimparare a camminare e a convivere con cambiamenti drastici nella sua vita quotidiana.
Tutto è iniziato nel 2021, con dolori al petto che Sam, un’animatrice per bambini di Bournemouth, aveva attribuito allo stress. Una mattina, mentre preparava i figli per andare a scuola, ha avvertito dolori al petto. Dopo una visita dal medico, le è stata diagnosticata una costocondrite (infiammazione dello sterno), per la quale le sono stati prescritti antidolorifici. Tuttavia, i dolori sono tornati, più intensi, nel marzo 2022: questa volta i suoi sintomi sono stati liquidati come effetti persistenti del long Covid.
Le condizioni di Sam peggiorarono però rapidamente, costringendola al ricovero in ospedale: “Il dolore era insopportabile,” ha raccontato Sam. “Mi sembrava che qualcosa di molto più grave stesse accadendo.” Quando il malessere divenne insostenibile, si recò d’urgenza in ospedale. Qui, una TAC rivelò la presenza di un calcolo biliare che bloccava il dotto biliare, una condizione che richiede un intervento immediato. Nonostante il ricovero per trattare l’ostruzione, la salute di Sam peggiorò rapidamente. Sviluppò una pancreatite acuta, una condizione in cui il pancreas si infiamma gravemente. Gli ulteriori esami rivelarono una diagnosi ancora più drammatica: pancreatite necrotizzante, una complicazione rara in cui i tessuti del pancreas iniziano a morire, favorendo l’insorgere di infezioni di batteri mangia-carne che “divorano” i tessuti.
“Mi sono gonfiata al punto da sembrare incinta di otto mesi”, ha ricordato Sam. “Non riuscivo nemmeno a muovere le caviglie”. La situazione era così grave che i medici la trasferirono in terapia intensiva, avvertendo i suoi familiari che le probabilità di sopravvivenza erano molto basse. Al Daily Mail, la donna ha ricordato il momento più difficile della sua battaglia: “A un certo punto ero letteralmente a pochi minuti dalla morte. È stato straziante vedere la mia famiglia venire a salutarmi. Non riuscivo a respirare bene, ed era tutto così spaventoso”.
Ma non è tutto. La situazione peggiorò ulteriormente quando, due mesi dopo, sviluppò una setticemia e fu trasferita all’ospedale di Southampton: qui, i medici decisero di indurle un coma farmacologico e di rimuovere metà del suo pancreas, ormai irrimediabilmente danneggiato. Al suo risveglio, aveva un tubo di drenaggio nell’addome e un sondino per l’alimentazione; e non riusciva a camminare. Nei sei mesi successivi, trascorsi in ospedale, ha dovuto affrontare un lungo processo di riabilitazione per tornare a essere indipendente.
Dimessa nell’agosto 2022, Sam si è trovata a convivere con una pancreatite cronica, una condizione che richiede una dieta rigorosa e l’evitare cibi ad alto contenuto di grassi o difficili da digerire: “Non posso più mangiare patatine, cioccolato, pesce fritto o andare in pasticceria”, ha spiegato. “Prima amavo il cibo, adoravo uscire. Ora evito di andare ovunque perché ho paura di un attacco. Era una parte della mia vita che amavo, e ora non posso più farlo”. Nonostante tutto, la 38enne ha trovato forza nel guardare avanti: “È qualcosa con cui devo convivere, ma non mi arrendo”, ha dichiarato. Ci è voluto un anno prima che Sam riuscisse a tornare a camminare correttamente, e non è ancora in grado di riprendere a lavorare. Ma nonostante le difficoltà, guarda al futuro con ottimismo. “Spero di indulgere un po’ durante questo Natale, senza compromettere la mia salute”, conclude Sam. “Sono pronta a godermelo davvero”.
L'articolo “Pensavo fosse il long Covid, invece avevo un batterio mangia-carne che stava divorando i miei organi interni. Sono stata a un passo dalla morte”: il racconto di Sam Lewis dopo 6 mesi di terapia intensiva proviene da Il Fatto Quotidiano.
