I lavori vengono messi in pausa per quasi due ore. I capigruppo devono trovare l’accordo sui tempi per discutere la manovra di bilancio da 876 milioni e la seduta è sospesa prima ancora di iniziare. I telefonini iniziano infine a vibrare e arrivano le prime indiscrezioni. «La fanno saltare», scrivono dall’opposizione.
La prima giornata della maratona sul bilancio di previsione 2025-2027 si chiude con un nulla di fatto. I consiglieri erano pronti a fare le ore piccole per discutere la delibera dell’assessore Everest Bertoli e il Dup (Documento unico di programmazione) ma, a sorpresa, i lavori si chiudono appena alle 17.27.
Il confronto avviene non in aula bensì dietro le quinte, tra la sala giunta e l’ufficio del Pd. Tutto parte dalla proposta del presidente dell’aula Francesco Panteca di applicare il nuovo regolamento contabile, recentemente approvato dalla maggioranza ma bollato «antidemocratico» dal centrosinistra.
L’articolo 19 prevede la possibilità – del tutto inedita per il Consiglio comunale – di contingentare i tempi per la discussione del bilancio. In pratica, il presidente può fissare un tetto orario massimo entro il quale votare il documento, dimensionando nei fatti le possibilità di ostruzionismo e blindando l’approvazione della manovra entro la fine dell’anno.
La proposta di Panteca è di 25 ore, in tutto: otto da riservate alla prima seduta (convocata ieri, sebbene poi saltata, e dedicata alla discussione generale, più gli interventi) e 17 per la seduta di lunedì (16 per gli emendamenti e una per la dichiarazione di voto). Il monte orario andrebbe diviso in modo proporzionale tra i vari partiti, considerando un totale di 40 consiglieri (26 di centrodestra e 14 di centrosinistra).
I capigruppo impugnano la calcolatrice dello smartphone e iniziano a dividersi il minutaggio. Fratelli d’Italia, che conta dieci consiglieri, avrebbe a disposizione 120 minuti per il primo e secondo giro di interventi. Adesso Trieste, presente con tre eletti, 36 minuti per la discussione e 72 per gli emendamenti. I partiti più piccoli sono i più svantaggiati.
Alessandrat Richetti, unica consigliera del M5S, avrebbe in tutto appena 12 minuti per i due round di interventi! Un terzo dei 35 minuti di cui disporrebbe normalmente, tenendo conto del raddoppio solitamente previsto per il bilancio. «Inaccettabile», sferza la pentastellata, evidenziando come la proposta sia «in contraddizione con il regolamento: un atto che mina la democrazia e il diritto dei cittadini a essere adeguatamente rappresentati».
Il centrosinistra si oppone. E nella maggioranza ci sono opinioni diverse. Marcelo Medau di FdI ritiene che così si potrà «assicurare il funzionamento della macchina comunale nei tempi stabiliti», ma tra i banchi di centrodestra non manca qualche perplessità sull’opzione di adottare tale modalità.
I consiglieri di opposizione ritengono «gravissimo che abbiano pensato di contingentare i tempi», afferma il dem Giovanni Barbo, appellandosi a «quella parte del centrodestra che ancora ritiene il Consiglio un luogo da rispettare e in cui discutere le proposte per il futuro della città». Tra i capigruppo si propone allora un compromesso “tra gentleman”: nessuna limitazione formale ai tempi, ma con l’impegno a votare il bilancio entro lunedì. Al più, facendo nottata, per martedì mattina.
Ma l’accordo non si trova. I lavori riprendono dopo più di due ore e il primo a parlare è il forzista Alberto Polacco, che «considerata l’importanza della delibera, e non essendo arrivati a una soluzione il più condivisa possibile», chiede di sospendere i lavori e «prenderci del tempo per valutare le modalità della discussione». La maggioranza vota a favore: il Consiglio è rinviato a lunedì.
I messaggini arrivano spediti. La dem Rosanna Pucci chiede «più serietà e rispetto», Paolo Altin di Punto franco commenta piccato. «Prima dicono che bisogna votare il bilancio in tempi stretti, poi – annota – quando l’opposizione propone una soluzione responsabile, il centrodestra appare confuso e rinvia la seduta». —
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