Il Tribunale di Pistoia ha condannato l’organizzatore e il direttore della gara ciclistica Firenze-Viareggio del 15 agosto 2018 per la morte del ciclista 21enne Michael Antonelli, finito in un dirupo mentre percorreva la discesa di Monte Oppio, sull’Appennino, e poi ucciso dal Covid oltre due anni dopo, durante la riabilitazione. Al termine del processo per omicidio colposo il tribunale di Pistoia ha inflitto due anni di reclusione a Gian Paolo Ristori, 82enne presidente dell’As Aurora di Firenze, società organizzatrice della corsa, e un anno e otto mesi il direttore di gara Rodolfo Gambacciani, 72 anni. Entrambi gli imputati erano difesi dall’avvocato della Federciclismo, Nuri Venturelli, che ha annunciato ricorso in appello.
L’accusa sosteneva che l’organizzazione e la direzione di gara non avevano provveduto a segnalare e proteggere con una barriera il tratto laterale di circa 28 metri dove Antonelli, mentre percorreva una curva stretta, è uscito di strada precipitando in una scarpata. La difesa invece ha sostenuto che l’atleta aveva percorso quel tratto a una velocità eccessiva. In seguito all’incidente il 21enne aveva riportato un trauma cranico e lesioni polmonari, e si era dovuto sottoporre a molteplici interventi chirurgici, che lo avevano portato a una condizione da non autosufficiente. Il 3 dicembre 2020, dopo due anni e mezzo, era morto per un’insufficienza respiratoria causata dal Covid.
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