Alessio Vianello e Andrea Martella. Sono questi i due nomi, entrambi di area Pd, sul tavolo per la prossima sfida a sindaco della città. Il centrosinistra si è preso in anticipo, perché si voterà a quanto pare non prima della primavera del 2026. Ma la sfida al centrodestra è lanciata.
Meglio esser pronti per tempo che trovarsi all’ultimo senza un candidato. Così le delegazioni dei partiti si sono ritrovate l’altra sera per mettere a punto il programma. Nomi in sede ufficiale non se ne fanno. Ma si sa bene quali sono quelli che girano. Programma molto più sintetico rispetto al passato, ai 100 punti di Orsoni e alle lunghe pagine di Costa e Cacciari. Adesso i punti sono pochi e chiari.
Il rilancio di Marghera, la portualità che sempre di più è in conflitto con la salvaguardia e il Mose, il lavoro, il welfare, la casa, la lotta all’overtourism. Qualcuno ci vuole anche aggiungere il blocco dei progetti del bosco dello sport (stadio e palazzetto, quest’ultimo già in fase avanzata di costruzione) ma qui i pareri sono diversi.
«Un tavolo unitario, ci sono tutte le opposizioni», dicono con una punta di orgoglio gli esponenti del Pd. Tutte o quasi. Perché Andrea Martini, battagliero consigliere comunale della civica “Tutta la città insieme” si è defilato e non partecipa agli incontri, sostenuto anche da una parte di Rifondazione.
Ci sono i Democratici (con Monica Sambo, Giuseppe Saccà e Matteo Bellomo), Marco Gasparinetti di Tera e Aqua, i centristi di Azione e Italia Viva, Venezia è Tua di Ugo Bergamo, i rossoverdi di Gianfranco Bettin, i Cinquestelle rappresentati da Elena Quaranta, Sara Visman e Fabrizio Reberschegg, Più Europa con i radicali e i liberali di Michele Scibelli.
C’è da mettere a punto una strategia. E soprattutto, trovare un candidato e una squadra. «Troppo presto, cominceremo in febbraio», le risposte ufficiali. Intanto però le riunioni ci sono, il programma è quasi pronto. E tocca guardare ai possibili candidati.
Alessio Vianello, avvocato cinquantenne e già assessore all’Ambiente con la giunta Cacciari, ha fondato l’associazione “I futuri di Venezia”. L’altro giorno ha presentato il suo nuovo libro a Mestre. E non ha escluso una sua candidatura. Lo sostiene il mondo di centro, gli ambientalisti, una parte del Pd e della “società civile”.
Ma sul piatto c’è anche l’ipotesi di Andrea Martella. Politico di lungo corso, senatore originario di Portogruaro, sottosegretario con il governo Draghi e oggi segretario regionale del partito. Gode di simpatie nell’apparato del suo partito, nel mondo industriale.
Sempre in area Pd c’è anche Nicola Pellicani, lanciato da Massimo Cacciari dieci anni fa, poi in ticket con Felice Casson che aveva vinto le primarie. Sempre in area Pd ci sono anche l’ex senatore Andrea Ferrazzi, il giovane avvocato scrittore Giovanni Montanaro. Oppure ipotesi civiche sullo sfondo, con l’attrice Ottavia Piccolo, l’indipendente pd Alessandra Taverna. Presto per sapere chi sarà il portabandiera del centrosinistra per riconquistare la città dopo dieci anni di governo Brugnaro.
L’attuale sindaco, al di là di come finirà l’inchiesta che lo ha coinvolto, non si ricandiderà, per il limite dei due mandati. In pista ci sono il suo delfino Simone Venturini, uomo di centro e assessore al Welfare, e Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia. C’è anche l’ipotesi Luca Zaia, che non sarà indifferente nella scelta del campo avversario. Se il governatore si dovesse candidare, la strada per l’aspirante sindaco del centrosinistra sarà sicuramente in salita.