Ogni volta che parliamo di una innovazione tecnologica, arriviamo sempre a chiederci quanto di questa possa essere positiva e quanto, invece, possa essere dannosa. Tuttavia, ci mettiamo sempre troppo tempo a renderci conto degli effetti negativi delle innovazioni digitali e ci mettiamo ancor più tempo a prendere delle contromisure. Guardate, ad esempio, cosa sta succedendo con l’intelligenza artificiale: l’abbiamo prima esaltata acriticamente, poi abbiamo iniziato a preoccuparcene, ma quando abbiamo provato ad avanzare delle soluzioni (anche a livello legislativo, si veda la voce AI Act) questa tecnologia era già arrivata allo step successivo. E noi sempre a rincorrere. Così, a distanza di anni dal lancio di Facebook come primo social network globale (2004) e dopo che le piattaforme social si sono evolute e sono diventate pervasive (Instagram e TikTok insegnano), ci siamo posti il problema dell’utilizzo dei social network per i minori e soltanto anni dopo – in questi giorni, esattamente – abbiamo provato a dare una soluzione. Provvisoria, ovviamente. Stiamo parlando, infatti, di un solo social network e di un problema – a monte – che rischia anche di compromettere la risposta trovata. Meta ha annunciato, anche per l’Italia, il lancio di Instagram Teen Account, ovvero le funzionalità limitate per i teenager che – dai 13 anni in su – possono utilizzare i social network, ma rischiano – a causa della permanenza eccessiva e di un utilizzo a 360° – di restarne assuefatti.
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Una notifica comparirà, nei prossimi giorni, ai minori che sono in possesso di un account Instagram. Per sette giorni, questi ultimi avranno quindi la possibilità di entrare in contatto con le limitazioni che Meta impone ai teenager che utilizzano la propria piattaforma. In un successivo articolo del nostro monografico di oggi vedremo quali sono, nello specifico, le tutele che verranno adottate dall’azienda di Mark Zuckerberg anche in Italia.
In generale, si tratta di misure che cercano di evitare il più possibile il contatto tra minori e persone dalla maggiore età che possano avere cattive intenzioni, di favorire – al contrario – la vigilanza dei genitori sugli account dei figli e di ridurre i tempi di utilizzo (anche in orari non propriamente consoni) per il singolo utente d’età inferiore ai 18 anni. Tutto questo avverrà attraverso impostazioni di default e impostazioni che, al contrario, potranno essere implementate direttamente dagli account.
«Avvicinandosi il periodo delle feste – si legge nella nota di Meta -, sia i ragazzi che i genitori avranno più tempo per parlare e confrontarsi su questo tema e su un uso sicuro di piattaforme social come Instagram». Anche se, com’è ovvio, sarebbe più opportuno discuterne in contesti appropriati, perché l’educazione digitale è una cosa seria e non si può sminuire in maniera così superficiale tra un morso a un pandoro e una mano di tombola.
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