L’arrivo dei Teen Accounts rappresentano un grande punto di svolta per la salvaguardia della salute mentale degli utenti minorenni. Ovviamente, però, queste nuove funzioni hanno anche un vizio di forma che rappresenta uno dei vulnus principali di tutte le piattaforme. Social e non solo. Parliamo dell’assenza di un sistema efficace per la verifica dell’età degli iscritti su Instagram. Infatti, al momento, per accedere a una piattaforme basta una sorta di “autocertificazione” al momento della sottoscrizione. Si inserisce il nome utente, il nome, il cognome e la password. Poi viene chiesto di indicare la data di nascita ma, di fatto, ogni persona può indicare anche un’età inventata.
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Quello dell’age verification è uno dei dilemmi che sta portando molti Paesi all’individuazione di soluzione tecnologiche per superare questo ostacolo. Perché, anche per questioni meramente legate alla protezione dei dati personali, le piattaforme non possono chiedere l’invio telematico di un documento di identità per attestare l’età di chi si è iscritto o si sta iscrivendo. Dunque, parliamo di una problematica comune a tutte le piattaforme e non solamente a Instagram.
D’altro canto, la piattaforma di proprietà di Meta è conscia di questa criticità e annunciando l’imminente arrivo dei cosiddetti Instagram Teen Accounts – con impostazioni di default specifiche – ha voluto specificare un aspetto:
«Sappiamo che gli adolescenti possono mentire sulla loro età ed è per questo che stiamo chiedendo loro di verificare la loro età in nuovi modi, ad esempio se provano a usare un nuovo account con una data di nascita adulta. Stiamo anche sviluppando una nuova tecnologia per trovare gli adolescenti che hanno mentito sulla loro età per inserirli automaticamente in contesti protetti».
Una bella premessa che, però, si scontra con la realtà dei fatti. Non potendo richiedere (essendo un’azienda privata) la visione di un documento d’identità, questa iniziativa sembra essere solamente un deterrente per spingere i minori a dichiarare la propria età reale.
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