L’accusa gli contestava di aver creato e gestito la piattaforma web del gruppo Venice. Si è concluso giovedì 12 dicembre il processo a carico di Massimo Minighin, 46 anni, pordenonese residente a Fossalta di Portogruaro, di fronte al giudice Francesca Vortali che lo ha condannato a 4 anni e 7 mesi oltre al pagamento di 3.600 euro di multa per truffa aggravata. L’imputato dovrà anche risarcire il danno alle persone offese costituitesi parti civili. Per alcuni dei fatti contestati a Minighin il giudice ha riconosciuto la tardiva presentazione della querela disponendo il non doversi procedere.
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Inizialmente in questo procedimento gli erano state contestate 120 truffe, ridotte poi a una quarantina per prescrizione e difetti di querela. Un ulteriore taglio ne ha lasciate in piedi solo una ventina. Nell’udienza dell’ottobre scorso il pubblico ministero Monica Carraturo aveva chiesto una condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa. Per lo stesso reato era stato condannato (a zero giorni di reclusione, perché già condannato in via definitiva al massimo della pena) l’ex trader Fabio Gaiatto in un diverso filone processuale avendo scelto il rito abbreviato.
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Minighin, rappresentato dall’avvocato Cristiano Leone, ha preferito il processo ordinario, da cuigiovedì 12 dicembre è arrivata la sentenza in tribunale a Pordenone. Tra 45 giorni il giudice renderà note le motivazioni, ma la difesa già preannuncia le prossime mosse. «Stiamo valutando il ricorso in appello. Riteniamo che il mio cliente sia innocente» ha dichiarato Leone.
«Nel processo è stata provata la responsabilità di Minighin, come autore e gestore del sito, oltre ad essere colui che inseriva i dati che producevano l’attivo», è invece il commento dell’avvocato Alfio Cicuto, uno dei rappresentanti delle parti civili, che per un suo assistito ha ottenuto un risarcimento di 58.782 euro.
La condanna si aggiunge a quella del 2023, quando Minighin fu chiamato a rispondere di vari episodi. Allora i capi di accusa erano quattro, per reati contestati nel periodo compreso fra il 23 settembre 2016 e fine maggio 2018. La pena inflitta fu di 4 anni e 8 mesi per associazione per delinquere, due episodi di truffa aggravata e abusivismo finanziario, mentre fu dichiarato il non doversi procedere per un’accusa di truffa a 97 clienti della Venice, in quanto non era stata presentata la querela nei confronti dell’imputato, e poi ancora per truffa aggravata nei confronti di altri 256, sempre della Venice e sempre per difetto di querela.