A dare la fatidica sforbiciata, impugnando alle 9.46 l’utensile smaltato d’oro, c’ha pensato l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, che poi ha sporto il primo pezzo di nastro tricolore al direttore Andrea Di Lenarda e in consueto rito alle altre autorità. S’è così sfiocchettato il pacco che racchiudeva lo scrigno del nuovo reparto Cardio-pneumo-diabetologico del Dipartimento specialistico territoriale, incardinato al secondo piano, corpo A, del San Polo.
Sede provvisoria su cui gravitano otto medici specialisti e una decina tra personale infermieristico e fisioterapisti, che diventerà definitiva con l’arrivo, atteso nel 2026, della nuova Casa di comunità in nuce.
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Un’offerta specialistica integrata che risponde all’evoluzione demografica e alla necessità di spostare l’asse dell’assistenza e cura dalle acuzie alle malattie croniche. I pazienti con patologie di questo tipo in carico ad Asugi sono 90 mila, di cui 25 mila afflitti da almeno due tra i disturbi comuni di tipo cardiaco, respiratorio, diabetico o nefrologico. Un terzo afferisce nei presidi dell’Isontino e l’età media degli assistiti è ricompresa tra i 75 e i 90 anni. Mentre la mortalità incide per il 10%. Le malattie cardiovascolari coprono la maggior parte di decessi e ricoveri: comunque gli altri malesseri finiscono con l’aggravare il cuore. A discendere la necessità di un’équipe multidisciplinare.
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«La sfida organizzativa che è stata raccolta qui è di straordinaria importanza e dovrebbe diventare un modello per tutti – ha scandito Riccardi –: mettere assieme delle specialità significa operare in maniera multidisciplinare, allungare la catena che non si ferma all’ospedale, bensì prosegue sul territorio, offrendo risposte a un bisogno di salute per le cronicità, aumentato nel tempo». Infatti i bisogni di salute si sono radicalmente modificati inseguendo la curva demografica, sicché alcune delle difficoltà odierne – vedi l’estrema carenza di personale – sono l’esito di «anni di non decisioni».
«Non si è capito – ha precisato – che nel tempo quella “non decisione” sarebbe diventata “una vera e propria decisione”: oggi troviamo al San Polo l’abbattimento dei silos e un modello che permette di evitare l’inappropriatezza».
L’assessore ha inoltre evidenziato come un diverso modello organizzativo esaudisca la casistica e il raggiungimento degli standard di sicurezza. Così ai problemi di salute del paziente cronico non si risponde con prestazioni (visite o esami) e liste di attesa, ma con la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale. Tradotto: percorsi tarati sui bisogni del paziente secondo una visione globale dei problemi, non frammentata per singole malattie. Insomma, un modello da studiare e replicare tant’è che il direttore generale di Asugi Antonio Poggiana ha spiegato che «la settimana a venire arriverà una delegazione dell’Asl di Reggio Emilia per capire come ci siamo attrezzati».
E come ci si è attrezzati? Il reparto ambulatoriale, frutto peraltro di un progetto esposto due anni fa in un convegno sanitario al Teatro Bonezzi, si colloca nell’area finora occupata dalla Pneumologia territoriale ed è il primo nucleo di integrazione “fisica” della Struttura complessa Patologie cardiovascolari (direttore lo stesso Andrea Di Lenarda), di quella delle Patologie Respiratorie (Roberto Trevisan) e delle Patologie Diabetiche (Riccardo Candido), in collaborazione anche con la Nefrologia e dialisi isontina (Manuela Bosco).
En passant, entro il 2026, analoghi centri multidisciplinari si traguarderanno a Trieste e Gorizia. Le carenze, soprattutto di personale infermieristico, sono sotto gli occhi di tutti, ma come rimarcato dal dottor Di Lenarda «da ogni crisi di sistema bisogna uscire reagendo» e così s’è fatto, con un inedito approccio.
E pure un non irrisorio investimento: il Dipartimento, che ha superficie di 550 metri quadrati (250 sono invece quelli del Consultorio), ha visto una spesa di 625 mila euro, per un costo d’intervento di 781 euro a mq. I lavori, coordinati dall’Ufficio tecnico di Asugi con l’architetto e Rup Mauro Baraccetti, sono stati progettati dallo studio Eta di Udine (impresa esecutrice la Tsb di Legnaro) e si sono sviluppati su tre lotti per consentire il prosieguo della normale attività. Il cantiere ha debuttato il 24 gennaio e s’è chiuso lo scorso 4 novembre, in 240 giorni.
Il nuovo layout fa rientrare anche le attività del Consultorio familiare, contribuendo a un Dipartimento specialistico territoriale più completo e meglio strutturato, stando ad Asugi. Che accorpa ambulatori con aree destinate alla telemedicina, forniti di tutte le apparecchiature di indagine, tra cui Ecg, Eco, Ecocardio e test da sforzo. A corredo una palestra per la riabilitazione pneumologica, segreteria, sala riunioni, deposito barelle, cucinino e depositi. Il Consultorio, con Percorso nascita, abbraccia invece sette locali, di cui cinque ambulatori. Soddisfazione dell’eurodeputata Anna Cisint, assieme all’assessore Stefano Vita e, sempre per la maggioranza, i consiglieri Ciro Del Pizzo e Francesco Volante.— © RIPRODUZIONE RISERVATA