VIGEVANO. La consulenza legale da 6mila euro assegnata, dice la procura, per comprare il sostegno politico al sindaco Ceffa? «Non ero d’accordo sull’assegnazione dell’incarico ma soprattutto il sindaco non mi ha mai detto che doveva servire a sistemare la consigliera Giacometti»: Matteo Ciceri, 49 anni, amministratore di Vigevano Distribuzione Gas, una società del gruppo Asm, si è difeso così, ieri mattina, davanti al giudice Luigi Riganti, che lo ha interrogato. Ciceri, accompagnato dall’avvocato Luca Angeleri, ha risposto per chiarire la sua posizione sul tema della consulenza, di cui il manager parla nelle intercettazioni telefoniche.
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La consulenza, che sarebbe stata data a Giacometti tramite una prestanome, una collega di studio, è al centro dell’inchiesta per corruzione e falso costata gli arresti domiciliari, oltre che a Ciceri, anche al sindaco, all’avvocata e consigliera comunale Roberta Giacometti e ai due dirigenti di Asm Vigevano e Lomellina, Veronica Passarella, 52 anni, amministratore unico della partecipata, e Alessandro Gabbi, 52 anni, direttore amministrativo di Asm. Ieri mattina è stata interrogata anche Giacometti (avvocati Federica Casari e Alberto Assanelli), che però si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Le contestazioni
I dirigenti di Asm Vigevano sono sotto accusa insieme a Ceffa perché quella consulenza, secondo la procura, doveva servire a consolidare l’appoggio politico al sindaco Ceffa, che nella primavera del 2023 si ritrova più debole, con una maggioranza risicata, dopo che era fallita, a novembre 2022, la “congiura di Sant’Andrea”, cioè il piano di alcuni consiglieri di dare le dimissioni in massa per far cadere la giunta.
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A coinvolgere i manager nell’inchiesta sono alcune intercettazioni telefoniche. Telefonate in cui i dirigenti sembrano essere non d’accordo sull’assegnazione dell’incarico e allo stesso tempo consapevoli che quella consulenza non serve all’azienda, ma che è necessario darla per fare un favore al sindaco. Anche Ciceri compare in diverse intercettazioni in cui si discute dell’incarico e della necessità di «parlarne con il sindaco».
La difesa
Ieri ha provato a spiegare, dal suo punto di vista, il senso di quelle parole. Ciceri ha confermato di conoscere la vicenda e di averne parlato con Ceffa, che aveva però accantonato la questione dopo che due pareri legali avevano evidenziato che Giacometti era incompatibile per un incarico in Asm, essendo consigliera comunale. «Per me era finita lì – ha detto Ciceri al giudice –. E per questo nelle telefonate dico di parlarne con il sindaco».
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Ciceri ha aggiunto che era contrariato all’idea di dare un incarico a Giacometti perché «la consulenza non era necessaria e lei non era adeguata». Solo in un momento successivo era emerso che, invece, la consulenza serviva ad Asm e «a quel punto mi è arrivato un contratto firmato da un altro avvocato: ho firmato, rassicurato dai vertici. Non sapevo che questa avvocata collaborasse con Giacometti».