Il Consiglio nazionale dei commercialisti esprime grande soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto Irpef-Ires che introduce la possibilità per gli studi professionali di aggregarsi in regime di neutralità fiscale. “Si tratta di una nostra proposta per la cui approvazione ci battiamo da anni. E per il cui accoglimento ringraziamo il Viceministro Maurizio Leo, come sempre disponibile a confrontarsi con noi sulle istanze dei commercialisti italiani”. Il presidente nazionale, Elbano de Nuccio precisa: “La misura che rende neutrali i processi di riorganizzazione degli studi professionali è un traguardo storico da accogliere con estrema soddisfazione; in quanto viene rimosso un ostacolo che non aveva ragion d’essere”, spiega il numero uno dei commercialisti.
“D’ora in avanti -aggiunge il tesoriere e consigliere nazionale delegato alla fiscalità, Salvatore Regalbuto- saranno facilitati i percorsi aggregativi, anche multidisciplinari: indispensabili per creare strutture che sappiano meglio intercettare le esigenze del mercato. Una norma utile non solo alla nostra categoria, ma all’intero settore della consulenza professionale. Determinante per il sistema economico, che necessita di strutture dimensionalmente più significative e meglio organizzate”.
Maurizio Leo, viceministro dell’economia, aveva spiegato al termine del Cdm la natura del provvedimento. Che interviene “sulla determinazione del reddito, sia delle persone fisiche che di quelle giuridiche. Con modifiche che interessano le diverse categorie reddituali”. Nel dettaglio, per i redditi da lavoro autonomo “viene razionalizzata tale categoria reddituale con una sostanziale semplificazione del sistema; avvicinandola a quella del reddito d’impresa”, spiega Leo. Inoltre, viene introdotta la possibilità per gli studi professionali di aggregarsi in regime di neutralità fiscale. ”Questa misura favorisce la crescita e la competitività dei professionisti”, secondo il viceministro. A questo intervento, si aggiunge anche quello relativo sui redditi agrari, dove “vengono introdotte regole che valorizzano le colture innovative: come le vertical farm e le colture idroponiche. L’obiettivo è sostenere un’agricoltura tecnologica e moderna, che renda il nostro Paese, anche dal punto di vista fiscale, al passo con i tempi”.
Leo ha spiegato inoltre che “anche il reddito d’impresa viene rivisto. Si riduce il doppio binario civile-fiscale e si rivoluziona il sistema di riporto delle perdite infragruppo, allineandolo agli standard europei. Viene inoltre disciplinata la scissione per scorporo e riviste le operazioni di conferimento e liquidazione”. Insomma, una semplificazione di cui i commercialisti ringraziano.
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