L’ultimo episodio risale a lunedì: l’ennesima truffa ai danni di una persona anziana, cui sono stati sottratti migliaia di euro. E’ l’unica truffa andata a segno, delle sessanta segnalate al 112, ma per dirla con le parole del comandante provinciale dei carabinieri, Enrico Pigozzo, «una è già troppo».
Con questo spirito i carabinieri, insieme alla Provincia, rilanciano la campagna avviata un anno fa per prevenire un fenomeno che non accenna a scemare, e anzi in provincia da settembre ha ripreso vigore. Con la collaborazione della Provincia, sono stati stampati 10 mila volantini, che contengono tutti i consigli per evitare di cadere nella trama dei truffatori e che saranno distribuiti nei mercati, alle fiere, ai mercatini di Natale, dai medici di base, in ospedale, nelle parrocchie, all’esterno delle chiese dopo le messe. Tutti luoghi dove i militari in divisa e i carabinieri in congedo dell’associazione nazionale carabinieri potranno incontrare le persone anziane, e rafforzare così con loro quel rapporto di fiducia che è strategico per smascherare i truffatori e non diventarne vittime.
Nella brochure si ricorda che difendersi dalle truffe è possibile, perché le tecniche adottate dai malviventi hanno schemi ricorrenti: la finta perdita di gas, l’urgente pagamento di cauzioni inesistenti, la sorpresa di un inaspettato rimborso. Tecniche che, facendo leva sulla sensibilità emotiva e la fragilità fisica, cercano di carpire la fiducia delle vittime. Seguono i consigli, «che rientrano nella campagna nazionale a tutela degli anziani ma i cui contenuti sono stati messi in ordine di priorità in base alle esigenze del nostro territorio», ricorda Pigozzo.
Eccoli: diffidare dalle apparenze (un sorriso, un abbraccio o un portamento distinto possono essere un modo per avvicinarsi e ottenere la fiducia della persona); non aprire la porta agli sconosciuti; non fidarsi nemmeno se viene esibito un tesserino di un addetto a un servizio (può essere falso); limitare la confidenza al telefono, su internet e non farsi distrarre negli ambienti affollati.
«Il consiglio è di chiamare sempre il 112. Se si riceve una telefonata sospetta, si deve agganciare e chiamare i carabinieri. Lo stesso se qualcuno suona al campanello e non si ha certezza di chi sia», continua Pigozzo. «Nessun carabiniere può ricevere denaro o gioielli da una persona, tanto meno per aiutare un parente in difficoltà».
Perché è questa la truffa più diffusa: quella del finto carabiniere. L’anziano riceve una telefonata da una persona che si finge un carabiniere e comunica che il figlio o un parente ha avuto un incidente o è stato portato in caserma per guai di vario genere. Per “salvarlo” c’è da pagare una cauzione. Se l’anziano cade nella trappola, pochi minuti dopo suona alla porta un’altra persona, per prendere i soldi. E se non bastano, vengono chiesti i gioielli di famiglia. Ricordi di una vita, spesso, il che rende questo reato ancora più fastidioso.
Di buono c’è però che le campagne portate avanti finora, con incontri sul territorio grazie alla collaborazione di Comuni, Auser, Università degli adulti-anziani e diversi altri partner, stanno dando buoni frutti: sono sempre più numerosi gli anziani che contattano i carabinieri segnalando tentate truffe di cui hanno rischiato di rimanere vittime.
«La scorsa settimana ne abbiamo ricevute decine, ieri (lunedì, ndr) sessanta. Purtroppo una truffa è stata commessa. E una è già troppo», conclude Pigozzo.
Prevenire è fondamentale. E la collaborazione pure. «Fare squadra è la cosa migliore per prevenire le truffe e salvaguardare così le persone fragili, deboli, i nostri anziani», conclude il presidente della Provincia Roberto Padrin. «Per combattere questo fenomeno serve informare». Da qui la nuova campagna, con i volantini che saranno distribuiti durante tutto il periodo delle feste.