Il campo profughi a Pellestrina, nei cantieri del Mose, verrà smantellato.
Quando non si sa, ma il sindaco Luigi Brugnaro, a margine della conferenza stampa di presentazione del Carnevale, ha fatto l’annuncio. «Appena scoppiata l’emergenza Ucraina, erano state accolte delle donne con bambini e fin lì era andato tutto bene. Non c’era stato nessun problema e si erano integrati» spiega.
Era il 2022 e «si era detto che l’accoglienza avrebbe dovuto essere temporanea, legata alla situazione emergenziale» fa presente il consigliere di Municipalità, Alessandro Ruben Strozzi (Pd).
Le cose però sono andate in maniera diversa. «Dopo le ucraine» prosegue il sindaco, «sono arrivati circa cinquanta immigrati di altre etnie, che hanno creato qualche problema. Quel campo profughi va smantellato, non si possono tenere persone che non lavorano e che vanno in giro a creare disagi».
Anche la Prefettura di Venezia conferma di aver ricevuto la richiesta del primo cittadino, presentata, tra l’altro, anche al Comitato per l’ordine e la sicurezza dello scorso lunedì, con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Rispetto a quando, effettivamente, gli immigrati sono arrivati a Pellestrina, il presidente della Municipalità Emilio Guberti ha qualche dubbio. «Di fatto l’abbiamo saputo quando si sono visti, tra marzo e aprile. Nessuno ci ha informato, queste cose passano tutte dalla Prefettura e i Comuni le subiscono».
Il tema della scarsa informazione al riguardo è stato sollevato anche da Strozzi: «Non abbiamo mai saputo chi fosse ospitato, si era detto che l’accoglienza avrebbe dovuto essere temporanea, legata alla guerra in Ucraina, ma poi non è stato così».
Nessuno sapeva chi occupasse i prefabbricati originariamente destinati agli operai, di proprietà del Consorzio Venezia Nuova e, stando a Strozzi, non c’era alcun progetto dietro i migranti.
«Non sono state attivate politiche di inclusione. Spettava alla Prefettura, non al Comune» specifica.
La situazione è diventata problematica quando sull’isola si è iniziato a parlare di ragazzine che venivano pedinate, problemi con il gestore di un locale, minacce di morte a un ispettore Actv.
«Per questo abbiamo sempre chiesto anche noi lo smantellamento del campo, perché isolato e di difficile controllo. Inoltre, negli accordi del Mose è prevista la rimozione della piattaforma e della struttura, per farla tornare area verde, ma se ci sono delle persone chiaramente non si può fare» aggiunge Strozzi.
La politica, dunque, è compatta e il tema è nell’ordine del giorno del prossimo consiglio di municipalità, previsto il 10 dicembre.
Rispetto ai progetti futuri, Brugnaro è chiaro: «Faremo un parco, ridaremo l’area all’isola».