Quattro anni di carcere per un 48enne di origine sudamericana residente in un popoloso quartiere di Padova, accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie, 46enne italiana e dei tre figli tutti minori, due adolescenti e un bambino.
La sentenza pronunciata dal tribunale (presidente il giudice Micol Sabino) ha accolto la richiesta di un risarcimento di 40 mila euro a favore delle vittime tutelate dalla penalista Aurora D’Agostino.
L’imputato, mai presente al processo, era difeso d’ufficio dall’avvocato Zeno Baldo. Il pm Benedetto Roberti aveva chiesto tre anni. Tempo 60 giorni e sarà pronta la motivazione: se la difesa non impugnerà in appello, trascorsi altri 45 giorni la pronuncia potrebbe diventare definitiva.
Violenze verbali poi fisiche con insulti, percosse, pugni, spintoni e manate sul volto: l’inferno familiare è durato anni e, alla fine, c’è stata da parte della moglie la sofferta decisione di dire “basta” quando si è manifestata l’ennesima aggressione stavolta nei confronti di uno dei figli che faceva i capricci.
Quel giorno il bambino doveva svolgere i compiti, forse per lui un po’ più impegnativi considerando che ha un serio problema di vista. Era l’8 dicembre 2021.
La signora nella denuncia aveva raccontato l’episodio: «Assalì nostro figlio, picchiandolo. Poi ha cominciato a picchiare anche me con violenti pugni in testa... Ero rannicchiata per terra e dolorante».
Da qui la decisione di affrontare la separazione mai accettata dall’uomo tanto che un giorno si era presentato a casa dove si trovava uno dei figli.
La moglie, che era andata a prendere al ritorno da una gita scolastica un altro bambino, era stata raggiunta al telefono dall’altro figlio rimasto nell’abitazione: «Mamma non tornare, papà ha detto che ti aspetta per ucciderti».
E messaggi dello stesso tenore erano stati inviati via Whatsapp a un altro figlio della coppia, facendo menzione del femminicidio di Sara Buratin avvenuto a Bovolenta due mesi prima (la signora era stata assassinata dall’ex marito Alberto Pittarello il 27 febbraio 2023).
Per un nonnulla l’uomo andava in escandescenze anche quando non viveva più con la coniuge che lo aveva invitato a seguire un percorso psichiatrico o psicologico per imparare a gestire la rabbia: «Un giorno arrivò a casa con il pranzo comprato in rosticceria. Erano le 11 e un quarto e la tavola non era ancora preparata perché i miei figli stavano facendo i compiti. Vedendo ciò, mio marito cominciò a urlare e a sbraitare, a inveire contro di me che non avevo preparato mentre lui, a suo dire, si faceva in quattro per aiutarmi. Poi se ne andò sbattendo la porta» aveva raccontato la signora durante una delle tante udienze.
Nel corso dell’indagine il 48enne – destinatario di una misura cautelare, il divieto di avvicinamento – ha negato ogni accusa, quindi è sparito all’estero senza più aver nessun contatto con i figli. Nel frattempo la signora ha ottenuto l’affidamento dei ragazzi al cui mantenimento provvede da sola con il suo lavoro, pur dovendo il papà versare 450 euro al mese per loro.