Il dialogo e l’opera di convincimento dell’Arma dei carabinieri ha portato a un risultato concreto, l’unico che interessava ai proprietari del b&b.
Del resto un provvedimento di sgombero sarebbe stato difficile: il quadro normativo non lo avrebbe permesso. E il motivo è semplice: anche se diverse erano le ipotesi di reato indicate nella denuncia, la procura ha attribuito una precisa qualificazione giuridica ai comportamenti di chi aveva continuato a stare nel b&b senza pagare: i reati contestati alla coppia che aveva prenotato la struttura – e finita nel registro degli indagati – sono di insolvenza fraudolenta, oltreché di minacce.
Reati che, come prevede il codice penale, non contemplano né l’arresto né altre misure cautelari.
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Lo sgombero non era ipotizzabile perché la coppia aveva stipulato un contratto di locazione turistica: pertanto non stava in piedi – secondo la procura – l’occupazione abusiva che, al contrario, avrebbe consentito un’operazione di polizia con la cacciata forzata degli occupanti come previsto dalle norme.
Sul piano penale, dunque, l’inchiesta (affidata al pubblico ministero Benedetto Roberti, nella foto) è stata aperta e procede con tutti gli accertamenti, poi si concluderà con una richiesta (eventuale) di chiusura formale dell’indagine e una richiesta (sempre eventuale) di rinvio a giudizio.
E, allora, se non fosse andato a buon fine l’intervento di mediazione dei carabinieri, l’appartamento avrebbe potuto restare ancora nelle mani della coppia e della loro numerosa famiglia? Risposta affermativa.
Ai proprietari non sarebbe rimasto che affidarsi a un avvocato civilista per avviare un’azione cosiddetta possessoria, magari nell’ambito di un procedimento urgente disciplinato dall’articolo 700 del codice di procedura civile, almeno fino a quando non saranno cambiate le norme in materia. Il che, tradotto, avrebbe comunque richiesto tempo e soldi prima di arrivare a un risultato concreto, ieri reso possibile dall’intervento dei carabinieri.
