La militanza giovanile, la formazione istituzionale nelle amministrazioni locali, l’elezione a deputato e poi l’incarico di governo come viceministro alle Infrastrutture. Il nuovo capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, classe 1975, è un esponente di quella generazione Atreju che è cresciuta facendo politica dal basso, mosso da un sentimento che ancora oggi campeggia nelle sue brevi note biografiche sui social: “Amo l’Italia”.
L’elezione a presidente dei deputati di FdI è avvenuta per acclamazione, nell’assemblea convocata dopo che il suo predecessore, Tommaso Foti, ha giurato come nuovo ministro della Coesione e degli Affari europei al posto di Raffaele Fitto, andato a ricoprire l’incarico di vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. Con Foti, che l’assemblea dei deputati ha accolto con un lungo applauso, Bignami condivide la provenienza da un territorio in cui essere di destra non è mai stato facile: l’Emilia Romagna. Di Piacenza l’uno, di Bologna l’altro. Nel capoluogo in cui è nato, Bignami ha anche fatto l’università, affrontando un contesto che per la destra giovanile era tra i più ostili in Italia. In altri anni, suo padre Marcello, storico esponente della destra scomparso prematuramente nel 2006, subì un attentato sotto casa, colpito alle gambe da cinque spari. Era il 1974, un anno prima della nascita di Galeazzo.
Conosciuto come scrupoloso, battagliero, esperto, Bignami si è fatto le ossa prima di tutto sui banchi dell’opposizione, mai dismettendo quella grinta necessaria per vedersela con la potente sinistra emiliano-romagnola. Non a caso, ancora oggi, anche per via dell’approfondita conoscenza maturata sul territorio, è tra i più pungenti avversari della segretaria dem Elly Schlein. Nella Bologna di entrambi, Galeazzo Bignami è stato giovanissimo consigliere di zona e poi consigliere comunale di lungo corso, dove ha svolto tra l’altro l’incarico di capogruppo di An, rimanendo sempre impegnato anche sul fronte della politica giovanile. Spesso recordman di preferenze, dopo un mandato in consiglio regionale è approdato alla Camera nel 2018, nelle file di Forza Italia, cui aveva aderito durante la diaspora della destra seguita allo scioglimento del Pdl. L’anno successivo l’ingresso in FdI e il ritorno a casa. Due anni fa, poi, la conferma alla Camera e la chiamata al governo. Oggi una nuova sfida.
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