Fu un discorso profetico e vibrante quello pronunciato nel 2017 proprio i primi del mese di dicembre. Il premier Meloni lo rilancia dai suoi profili social: “Sette anni fa, a Trieste, un Congresso che ha segnato una tappa fondamentale per il percorso di Fratelli d’Italia. Oggi voglio ricordarlo riproponendo parte del mio intervento: parole che credo rappresentino chi eravamo, chi siamo e chi sempre saremo. Quella determinazione è la stessa che ci guida oggi: la consapevolezza che ogni passo avanti è una conquista per i valori che ci hanno uniti e che ci hanno portato fin qui. Avanti, sempre a testa alta”. Lo scrive su ‘X’ la premier Giorgia Meloni postando il suo intervento tenuto sul palco del Congresso di Trieste di 7 anni fa.
”Voglio dire a tutti: non ci sottovalutate -ammoniva Meloni nel discorso-: siamo carne, sangue, passioni, noi siamo la coerenza che non è stata mai tradita, siamo le scarpe piene di fango e le mani pulite, siamo la destra autonoma e libera, capace di costruire una sua proposta diversa da quella di tutti gli altri e con cui tutti gli altri dovranno fare i conti”. Aveva visto lungo. “Noi siamo le idee e la loro realizzazione, simo la coerenza che non è stata mai tradita. Andremo lontano e ancora più lontano. Siamo il passato che serve al futuro. Questa storia non finirà mai”. Nel 1917, quando Meloni pronunciò il suo intervento, Fratelli d’Italia esisteva da appena cinque anni. Così parlava Giorgia Meloni:
“Cinque anni di battaglie, di vittorie e di sconfitte in nome degli italiani. Cinque anni in cui siamo cresciuti al punto tale da raggiungere il nostro primo obiettivo: mettere in sicurezza la storia della destra italiana. Ora guardiamo avanti e vogliamo parlare a tutti gli italiani che credono ancora in questa nazione. Così Fratelli d’Italia sarà il movimento dei patrioti. Ci siamo stati, ci siamo e ci saremo. E quando non ci saremo più noi ci saranno i nostri figli e i nostri nipoti. Perché questa storia non finirà mai. Sette anni dopo la destra è stata capace di ribaltare equilibri che sembravano inamovibili. In Italia e in Europa.
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