Come imprenditore agricolo aveva il diritto di costruire la casa annessa all’azienda agricola senza versare contributi pubblici. Il Comune di Conegliano però aveva chiesto quasi 40 mila euro, tra permesso di costruire e oneri di urbanizzazione.
Dopo 17 anni, i giudici del Tar hanno dato ragione all’imprenditore Gaetano Damuzzo, titolare dell’omonima cantina sulle colline di Collalbrigo, in piena area Docg. Morale della favola, il Comune dovrà ritornare quella cifra, con gli interessi maturati in questi quasi due decenni.
Nel 2006 il viticoltore aveva chiesto la demolizione di un fabbricato già esistente in via del Poggio, per un nuovo edilizio residenziale funzionale alla sua attività.
Era il 4 maggio 2007 quando il Comune di Conegliano diede il permesso di costruire, chiedendo però 29.758,96 euro come di oneri di urbanizzazione e altri 9.141,96 per costo di costruzione.
«Il piano regolatore generale comunale consente il recupero del volume dell’edificio agricolo indipendentemente dal rapporto di connessione con la funzione produttiva del fondo di appartenenza e delle esigenze dell’azienda agricola, e dunque non sussistite il requisito oggettivo per poter usufruire dell’esenzione del contributo di costruzione», aveva stabilito all’epoca il Comune.
L’imprenditore pagò, diversamente non avrebbe potuto realizzare i lavori. Ma negli anni successivi richiese al Comune la restituzione della somma - rivendicando il suo diritto a costruire senza oneri in quanto imprenditore agricolo - senza ottenere nulla.
Non gli era rimasto altro da fare che rivolgersi a un avvocato e presentare ricorso al tribunale amministrativo, che in questi giorni ha reso note le motivazioni della sentenza, arrivata a inizio novembre.
«Si rivelano del tutto inconferenti le motivazioni con cui il Comune ha ritenuto di denegare la restituzione del contributo già versato» scrive la seconda sezione del Tar di Venezia.
«Parimenti pacifica è la sussistenza del presupposto oggettivo, dal momento che il Testo unico edilizia annovera espressamente le residenze tra i fabbricati ammessi a fruire del beneficio e che l’immobile in questione, ove il ricorrente ha spostato la propria residenza, è localizzato all’interno del fondo agricolo condotto dal signor Damuzzo» prosegue lil Tar.
La famiglia Damuzzo ha una storia di generazioni di viticoltori, a partire dal 1800. Il capostipite era originario di Col San Martino. Sulle colline di Conegliano l’azienda viticola Damuzzo arrivò nel primo dopoguerra, con vigneti anche a San Pietro di Feletto e Susegana.
Dagli inizi degli Anni 2000 la riconversione in glera, quasi 15 ettari, con la spumantizzazione in purezza affidata a una cantina di Farra di Soligo.
Una produzione più di qualità che quantità, l’azienda ha il certificato di Sqnpi (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata).