“Esprimiamo piena solidarietà a Giorgia Meloni, vittima dell’ennesima battuta sessista pronunciata in un programma tv su La7, da un giornalista di Repubblica“. Sono le parole di Tommaso Foti dopo avere ascoltato un intervento-choc a Propaganda live. Se anche un notista politico come Filippo Ceccarelli si inchina al cabaret più becero vuol dire che il giornalismo di sinistra è alla frutta. Grave l’uscita del giornalista che ha storpiato il nome Atreju – ricavandone un insulto irriferibile – nel corso di un intervento sbracato nel programma. Che pure passa per essere un'”avanguardia” illuminata del pensiero di sinistra. Ritorna Atreju, la kermesse di FdI dall’8 dicembre a Roma e nella trsmissione di Zoro si pensa bene di svilirla. La presa in giro riesce talmente male, con un insulto irricevibile in qualunque contesto (“Atreju Atreju a Tro…”) , da far interventire il capogruppo di FdI alla Camera:
“Un’uscita becera che gioca sulla storpiatura del nome della manifestazione Atreju; utilizzando un umorismo da caserma. È lecito domandarsi se questa volta arriverà l’indigazione per questa infelice battuta da parte delle femministe e delle giornaliste di sinistra. Sempre pronte a scendere in campo contro ogni presunto episodio di sessismo”. Il sottofondo sghignazzante è ancora più orribile da ascoltare perché si sente una risata femminile, il che è orribile.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera non si fa molte illusioni: “Di fronte a insulti diretti a una donna di destra, si gireranno ancora una volta dall’altra parte, facendo finta di non aver sentito? Cosa dirà la segretaria Pd Schlein, sempre sensibile a condannare queste offese? Questo doppiopesismo è vergognoso e dimostra come il sessismo, per certa sinistra, non sia un valore da difendere sempre, ma uno strumento politico da sbandierare quando conviene. Il silenzio di queste donne non è solo complicità, ma anche ipocrisia. E conferma la parzialità della loro battaglia. Chi tace di fronte a simili episodi si rende corresponsabile di una narrazione che discrimina non solo Giorgia Meloni, ma tutte le donne che non si piegano alla loro ideologia”. La pagina social di Atreju riprendendo il frammanto di trasmissione commenta: “Qui gli insulti verso le donne li abbiamo visti arrivare”. Vero Schlein?…E di seguito: “A sinistra avete riabilitato gli insulti sessisti verso le donne?”.
Del resto siamo abitutati a gesti estremi e ad insulti contro la premier che con troppa disinvoltura vengono sminuiti. Per restare al presente, il rogo dell’effigie di Meloni è diventato un atto consueto e “tollerato” così come gli insulti: le femministe a Milano hanno definito lei e Valditara “stupratori”. E in tv spesso tocca sentire da sinistra parole di giustificazione per ragazzi e ragazze che “vanno ascoltati”. Ciò detto l’amarezza di Augusta Montaruli è totale: “Amareggia, ma non stupisce il silenzio delle donne di sinistra; sempre pronte a denunciare il sessismo e il patriarcato quando colpisce le proprie compagne, di fronte all’insulto sessista e volgare pronunciato ieri sera alla trasmissione de La7, ‘Propaganda Live’, da un giornalista di ‘Repubblica'”.
“Un attacco di pessimo gusto, volto a ridicolizzare la manifestazione Atreju e Giorgia Meloni: con un’ironia volgare, discriminatoria e inadeguata”, sottolinea la vicecapogruppo di FdI alla Camera. “Questo episodio, l’ultimo di una lunga serie, non rappresenta solo un’offesa alla leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio, ma umilia anche tutte le donne che si battono per il rispetto e l’uguaglianza”.
“Ancora una volta la sinistra getta la maschera e mostra tutta la sua ipocrisia sessista“, fa notare Elisabetta Gardini. “Per Filippo Ceccarelli di Repubblica è una battuta simpatica dire “Atreju, A troia”. Vogliamo sapere a chi si rivolgeva il giornalista di Repubblica- affonda – : se a Giorgia Meloni, primo presidente del Consiglio italiano donna e promotrice della kermesse che si svolgerà al Circo Massimo; o più in generale alle donne di centrodestra e alle militanti di Fdi? Oppure genericamente a tutte le donne, nello stile più becero di maschilismo e triviale sessismo. Anche oggi siamo pronti a scommettere che non ci sarà alcuna condanna dalle femministe a gettone della sinistra: che ancora una volta si volteranno dall’altra parte: perché un uomo che dà della tr… a una donna è una cosa simpatica, ma solo se l’uomo è di sinistra, ovviamente”. Inutile dire che se fosse accaduto il contrario, ossia se un giornalista di destra avesse offeso una parlamentare di sinistra, sarebbe stata lapidato. I commenti sotto il post di Atreju sono di questo tenore: “La tanto sbandierata cultura di sinistra ormai è diventata un postribolo”. “Complimenti agli ‘intellettuali’ progressisti. La sensibilità del compagno Diego Bianchi consente questo linguaggio da bar. Questo è il vero volto della sinistra”.
La vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Antonella Zedda, stigmatizza “l‘uscita decisamente infelice da parte di una giornalista di Repubblica in un programma di La7 contro la premier Meloni”. E incalza: “Ci chiediamo come mai da sinistra, ogni volta che a essere presa di mira è un’esponente di destra, cala il silenzio. Mentre se ad essere al centro di becere affermazioni sessiste è qualcuno a sinistra, scatta l’indignazione a 360 gradi”.
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