Sabato mattina, a cinque giorni di distanza dalla rissa in viale Paolucci che è costata la vita al 41enne albanese Van Koxha, la rete “Riprendiamoci la città” torna a marciare tra Mestre e Marghera, in una manifestazione di protesta per chiedere maggiore sicurezza.
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Un centinaio di persone, di tutte le età, si sono date appuntamento in piazzale Giovannacci - a pochi metri dal luogo dove lunedì sera si sono scontrate le due bande di scatolettisti, albanesi e macedoni - poi hanno sfilato lungo via Ulloa fino al sottopassaggio ferroviario, al centro delle richieste degli attivisti: «Questo è l’unico attraversamento che collega le due città in sicurezza - ha spiegato al megafono Michele Valentini, del centro sociale Rivolta - non è possibile che la notte venga chiuso. Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di cambiare questa abitudine, di impegnarsi per garantire questo collegamento».
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Il riferimento è anche all’altro sottopassaggio, quello ciclopedonale di via Dante, spesso teatro di aggressioni e rifugio per tossicodipendenti e sbandati: nonostante le telecamere installate negli accessi abbiano infatti scoraggiato molti episodi violenti, ancora si verificano rapine e furti nelle vicinanze del sottopassaggio, l’ultimo agguato ai danni di due operai di origini nordafricane poco più di una settimana fa.
«Chiediamo anche un numero maggiore di corse del tram tra Mestre e Marghera, soprattutto in orario notturno», ha continuato Valentini, «solo in questo modo la città può essere davvero vissuta e, quindi, diventare più sicura».
Nello striscione anche la richiesta di maggiori servizi sociali e di welfare.
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