«Siamo disperati, abbiamo paura e nessuno a quanto pare ci può aiutare». È una situazione che ha dell’incredibile quella che racconta M. T., un professionista padovano, residente a Pontevigodarzere, che dal 16 ottobre vive in un incubo. E non fa che ripetere la sua richiesta di aiuto: «Stiamo per perdere la fiducia in tutte le istituzioni».
Da qualche mese aveva deciso con la famiglia di adibire a bed and breakfas per affitti brevi a turisti, un appartamento da 70 metri quadrati in via Vigodarzere al civico 175, dopo aver pagato un’importante ristrutturazione. Ma da metà ottobre l’alloggio è occupato da inquilini che hanno prenotato per una settimana, ma che non se ne sono più andati.
«Avevamo deciso di non affittare l’appartamento come di consueto per non avere problemi di contratto da rinnovare e la soluzione migliore ci è sembrata quella delle locazioni brevi –racconta l’uomo. – Il 16 ottobre abbiamo ricevuto una coppia composta da un signore e una donna che avevano chiesto l’appartamento per una settimana e così abbiamo fornito le chiavi come previsto da contratto regolarmente stilato. A prima vista onestamente, ci sono sembrati strani, ma ormai erano entrati – prosegue l’uomo – Purtroppo dopo lo scadere dei giorni prenotati e pagati, questi soggetti non sono più andati via e da quel momento è iniziato per noi un vero e proprio incubo».
Altro che check out, recensioni e tutto il corollario che segue la fine di qualche giorno di affitto. Di restituire le chiavi i due occupanti non ne volevano proprio sapere. Agli inviti dei titolari di lasciare l’appartamento hanno risposto con minacce e fino a far balenare aggressioni fisiche, anche da parte di loro amici se avessero continuato con la richiesta di sgombero.
«Si tratta di un gruppo di persone di origini rom o sinti. A metà ottobre la casa è abitata anche da trenta persone per volta: entrano, fanno lavatrici, feste, sporcano ovunque e disturbano fino a notte inoltrata – prosegue il proprietario – Dopo più di un mese di questa situazione, abbiamo deciso di scollegare le utenze per spingerli ad andarsene. Questi però si sono allacciati a quelle comuni del condominio. Nella palazzina nessuno fiata, perché c’è un timore diffuso di queste persone. Gli abusivi sono tanti e corpulenti – evidenzia il proprietario – Ovviamente la denuncia è stata fatta, ma niente. Sono intervenuti più volte gli uomini dell’Arma, che sono stati davanti alla casa anche per ore, ma non è successo nulla. Anzi, hanno ricevuto pure loro insulti. Non sappiamo davvero più che cosa fare, viviamo nel panico e nella paura».
L’occupazione sta creando problemi anche a tutto il rione: «I dirimpettai non dormono per gli schiamazzi e per l’ansia di trovare questi personaggi ubriachi e malintenzionati davanti alle loro porte – racconta ancora il proprietario – Siamo dinanzi a un muro di gomma. Avevo sentito racconti simili ma mai avrei pensato potesse capitare anche a noi. Siamo cittadini onesti, paghiamo le tasse e lo Stato in questi casi è totalmente assente. L’alloggio viene danneggiato ogni giorno e la beffa è che dobbiamo pure saldare quello che consumano: luce, acqua e gas. I vicini non possono staccare la propria corrente e quindi pagano anche i consumi di questi personaggi».
Le forze dell’ordine sono intervenute più volte, la denuncia c’è, ma il cittadino in questione è impossibilitato a fare qualsiasi tipo di azione: «Questi signori hanno detto ai carabinieri che avevano un contratto, ma non è vero. Un giorno avevamo visto che in casa non c’era nessuno e abbiamo cambiato le serrature con un lucchetto e una catena. Purtroppo dopo qualche ora sono ritornati e con una mazzetta hanno sfondato la porta».
La situazione a Pontevigodarzere è piuttosto tesa, perché a vivere male sono tutti i residenti dell’area: «La rabbia è tanta, perché a quanto pare, la legge è dalla loro parte e noi non possiamo fare nulla. Siamo devastati, davvero sotto shock», sospira il professionista che non sa più quale azione sia percorribile per ritornare in possesso di un bene frutto di lavoro e sacrifici: «Non sappiamo più a chi chiedere aiuto, per questo ci siamo rivolti al giornale».