Non lo ha mai nascosto, almeno negli ultimi mesi, ma ora ha ufficializzato che la sua piattaforma social – sempre più a sua immagine e somiglianza – è costruita per penalizzare i giornali. Elon Musk è finalmente uscito allo scoperto, confermando che l’algoritmo di X (continuamente modificato da un anno a questa parte) limita le visualizzazioni di tutti quei post in cui è presente un link. Tutto ciò, dunque, va a influire sulle performance degli articoli che, inevitabilmente, generano meno traffico dalla piattaforma. D’altronde, l’imprenditore sostiene che “i media” sono rappresentati esclusivamente da coloro i quali frequentano i suoi social. Dai singoli utenti e non dagli organi di informazione “tradizionali”.
Un altro schiaffo, l’ennesimo, di Musk all’informazione. Per lui è meglio dare spazio e visualizzazioni a post scritti da utenti “X”, anche se si tratta di fake news, piuttosto che legittimare e dare rilevanza alle notizie raccontate dai giornali. E c’è una prova empirica che conferma l’influenza dell’algoritmo sulla performance degli articoli giornalistici. Nonostante il numero di follower ridotti rispetto a quelli che ha su X, il New York Times (il quotidiano più conosciuto al mondo) ha risultati di gran lunga migliori e superiori su Bluesky. Oggi, vista la conferma di Musk, sappiamo che questo risultato non è casuale, ma è frutto di una scelta precisa contro i giornali.
Abbiamo citato Bluesky che sta ottenendo, nelle ultime settimane, un enorme successo. Proprio questo afflusso di utenti (sono oltre 22 milioni in tutto il mondo) ha portato la Commissione Europea ad accendere un faro sulla piattaforma, contestando alcune lacune. In primis, l’assenza del dato ufficiale degli utenti attivi in Europa. Poi c’è un’altra questione delicata: l’assenza di una sede fisica dell’azienda e di un rappresentante legale nel Vecchio Continente. Si tratta di obblighi da rispettare ai sensi del DSA. Ma può un social network decentralizzato avere un’estensione “fisica”?
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