Provincia di Belluno, Dmo Dolomiti Bellunesi, Confindustria Belluno Dolomiti e Camera di Commercio pronti a sedersi attorno a un tavolo per valutare se, unendo le forze, un consorzio di aziende bellunesi può diventare sponsor delle Olimpiadi.
A oggi non ci sono ancora le basi per dire che il progetto andrà a buon fine, ma lo stimolo lanciato da Claudio Palladi - il ceo di Rigamonti e presidente del Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (Daq) suggeriva di intraprendere la strada del Consorzio unendo le forze pubblico e privato - potrebbe avere un seguito.
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Pochi giorni fa, l’amministratore delegato di Fondazione Milano Cortina 2026, Andrea Varnier, si era sfogato nei confronti degli imprenditori veneti colpevoli, a suo dire, di non aver sposato economicamente la causa olimpica.
A seguito delle parole di Varnier - che punta a firmare contratti di sponsorizzazione anche con le singole grandi aziende del Veneto - era intervenuto presidente del Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (Daq), già partner di MiCo, consigliando agli imprenditori veneti di seguire il loro esempio, ovvero fare sistema e unire le forze tra enti pubblici e aziende private, creando un Consorzio per rendere sostenibile l’investimento nei Giochi.
Questo tipo di operazione stava già prendendo piede in provincia di Belluno, si parla di circa un anno fa. I principali attori del progetto sono Confindustria Belluno Dolomiti, regista dell’operazione, e la Dmo Dolomiti Bellunesi, che mira a creare un’identità territoriale con l’intento di unire tra loro i vari attori di questa partita.
L’operazione, però, negli ultimi mesi ha rallentato la sua corsa per motivi economici e per mancate sinergie tra le parti. Tra le varie azioni, era stata avviata anche una trattativa con MiCo per raggiungere un accordo economico con cifre competitive. Un confronto che nelle prossime settimane potrebbe riprendere vita, ma alle dovute condizioni. Ovvero: trovare la giusta sinergia tra le parti, allargando la partita a tutto il tessuto imprenditoriale veneto e con l’obiettivo di strappare un accordo più competitivo con MiCo rispetto alle cifre proposte in passato.
«Questa operazione non si è mai bloccata del tutto, ma è una strada che stiamo esplorando», afferma Emanuela de Zanna, presidente della Dmo Dolomiti Bellunesi, l’ente dedicato alla promozione, allo sviluppo ed all’incremento del turismo nella provincia di Belluno. «Effettivamente presenta un livello di complessità più elevato del caso della Valtellina. Là si parte da un Distretto già esistente, che raggruppa aziende che appartengono a un settore coerente, quello agroalimentare. Qui non abbiamo un Consorzio già esistente, ma il tentativo è quello di raggruppare una serie di aziende private, di settori differenti, per unire le forze come ha fatto la Valtellina, ma partendo da una posizione più arretrata».
«Le difficoltà che stiamo trovando», prosegue, «sono la dimostrazione che nel nostro territorio manca ancora un coesione e la Dmo Dolomiti Bellunesi vuole cercare di creare un orgoglio territoriale che ancora ci manca. Dobbiamo fare autocritica su questo. Posso dire che la volontà di mettere a frutto il momento delle Olimpiadi c’è, ma è difficile raccogliere e riunire sotto un unico Consorzio un’area con imprese che ancora non sono legate tra loro».
«Il discorso va allargato a livello regionale», conclude Emanuela de Zanna, «sia per acquisire forza, sia per unire i territori del Veneto, altrimenti diventa difficile per la provincia di Belluno riuscire a trovare le risorse per fare questo. Noi vogliamo essere parte del tavolo di lavoro».
«Siamo quelli che per primi hanno dato lo stimolo al territorio, tutto è iniziato diversi mesi fa», affermano da Confindustria Belluno Dolomiti. «Siamo stati anche i primi interlocutori di Fondazione Milano Cortina. Crediamo che le Olimpiadi possano essere uno strumento straordinario per promuovere il brand e il territorio nel mondo. Vanno messe in campo tutte le azioni e tutti gli sforzi possibili per promuovere il Bellunese al livello globale».
«Sono percorsi complessi, ma su un progetto del genere siamo pronti a sederci attorno a un tavolo e a ragionare», afferma Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. «Però non è facile, noi facciamo fatica: ricordo che siamo tra i soci fondatori della Fondazione Cortina, strumento operativo nella gestione di eventi sul territorio, che noi abbiamo sostenuto attraverso il Fondo Grandi Eventi e attraverso la compartecipazione regionale. Facciamo parte della Dmo Dolomiti, altro strumento di promozione. Siamo anche soci di Longarone Fiere. Non è semplice entrare in queste partnership con i privati, sono complesse anche da un punto di vista normativo e giuridico. È questione di risorse e del gruppo di persone: è una bella cosa, ma le condizioni per diventare sponsor olimpico sono molto importanti dal punto di vista economico».
Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio Belluno Treviso, ribadisce la sua posizione di apertura al confronto: «Come dico sempre, la Camera di Commercio è la casa delle imprese, se ci propongono un progetto di promozione tramite le Olimpiadi noi faremo la nostra parte», dice Pozza. «Può diventare un’operazione interessante, diversamente non si può fare. I soggetti che hanno un ruolo come la Camera di Commercio, le associazioni e gli enti pubblici devono unirsi e fare da regia. Ci sono gli ingredienti per confezionare un progetto di promozione».