Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza su quali rischi si possano correre navigando in rete. Ma in un mondo sempre più digitalizzato, iperconesso e che passa dal web anche per le nostre più banali operazioni quotidiane, occorre tutelare la nostra presenza ed esistenza nell’ecosistema di internet. Si pensa, per esempio, che basti scegliere una password complessa (anche se in molti continua a utilizzarne di semplicissime) per proteggere i nostri account. Ma così non è. È importante, infatti, far accrescere la consapevolezza sull’importanza di difendere e tutelare la propria identità digitale, elemento fondamentale anche per quel che riguarda gli aspetti economici delle nostre vite.
Negli ultimi anni, infatti, sono cresciute esponenzialmente tecniche come vishing e spoofing, utilizzate dai criminali informatici come grimaldello per rubare ciò che digitalmente rappresenta la nostra identità degli utenti e – in molti casi – accedere ai conti correnti online per effettuare pagamenti o trasferimento di denaro. E dal 2021 questi tre crimini digitali sono entrati anche a far parte dei contenzioni gestiti dall’Arbitro Bancario Finanziario, proprio a causa di questo innalzamento dei furti d’identità digitale. Nella maggior parte dei casi, però, le sentenze non hanno restituito il mal tolto alle vittime. Dunque, il rischio è evidente e tangibile, soprattutto in un’epoca storica in cui tutto è digitalizzato.
Di tutto ciò ne abbiamo parlato con Edwin Maria Colella, Chief Sales & Marketing Officer della startup italiana Wallife che si occupa (è stata la prima a livello mondiale) anche di fornire assicurazioni per proteggere la nostra versione digitale dell’identità: «La consapevolezza è uno degli elementi più critici. Ci sono due mancanze rilevanti :la prima riguarda la consapevolezza del rischio, la seconda è la consapevolezza di come comportarsi nel caso in cui qualcosa dovesse accadere».
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