Sembrerebbe che la giornata nera sia il giovedì. A confermarlo sono le forze dell’ordine che, sulla base dei furti messi a segno da ottobre a oggi in provincia di Pordenone, registra come la maggior parte di questi si concentra nel quarto giorno della settimana, superando quindi anche il sabato e la domenica, nella credenza popolare ritenuti ancora i più a rischio di fenomeni predatori e rispettivamente piazzatisi al secondo e al terzo posto.
Ma se è vero che ai ladri piace di più il giovedì, non altrettanto si può dire per il mercoledì che, sempre sulla scorta dell’andamento dei furti negli ultimi due mesi, appare come la giornata più “scarica” per quanto riguarda il numero dello specifico reato. E così sembra essere stato anche questa settimana quando, secondo le denunce pervenute ai carabinieri, si sarebbero verificati “solo” un furto e una truffa.
Nel primo caso si tratta di una truffa ai danni di una donna di 78 anni. Presa di mira un’abitazione di via Tramontina a Pordenone, dove si sarebbe presentato un uomo spacciandosi per finto tecnico dell’acquedotto. Secondo la falsa storia messa in scena davanti alla vittima, l’acqua era inquinata, per cui era necessario fare un controllo e per prevenire il rischio che le rubassero era meglio proteggere dentro il frigorifero le cose più preziose custodite in casa. È in un momento di distrazione della 78enne, che l’uomo riesce a impossessarsi dei gioielli e banconote per 120 euro per poi fuggirsene.
Il furto si è invece consumato a Cordenons, dove i ladri, dopo aver forzato la porta finestra del terrazzino, sono riusciti a introdursi all’interno di un appartamento di via Isonzo e a raccogliere in pochi minuti un discreto bottino. La scoperta al rientro della proprietaria. «Quando ho visto la porta aperta pensavo fosse mia figlia, ma nessuno rispondeva. Ho acceso la luce, ho visto tutto alla rinfusa e ho capito» ha spiegato la donna. Asportati «gioielli per 2500 euro, più che altro ricordi dei miei genitori e due medaglie d’argento, erano chiuse dentro un quadro. Siamo una famiglia di sportivi» continua.
A farli probabilmente desistere dal colpire nel Sanvitese può essere stata la segnalazione di un’auto sospetta di colore nero, che accorgendosi di essere vista, ha accelerato la fuga. Nonostante il calo dell’altra sera, non si abbassa la guardia sul fenomeno, sul quale anche i comuni, come quello di Roveredo in Piano, ricordano di tenere porte e finestre chiuse, lasciare accese le luci esterne e, qualora fossero presenti, attivare gli impianti di allarme, oltre a segnalare sempre alle forze dell’ordine qualsiasi movimento sospetto.