Violenza sulle donne, il ministro Roccella mette i puntini sulle i, anzi snocciola argomentazioni su proposte e fondi stanziati dai precedenti governi di centro sinistra: e il bilancio smentisce il coro di recriminazioni intonato in questi giorni da parlamentari e guru dei salotti radical chic sul tema. E la bordata arriva già nell’incipit dell’intervento istituzionale: «Nelle scorse ore, e anche oggi, nel dibattito parlamentare sulle mozioni contro la violenza, alcuni deputati di opposizione hanno chiesto, a volte con toni da propaganda piuttosto stridenti con l’argomento, che fine abbiano fatto i fondi destinati al contrasto alla violenza contro le donne».
Non mancando di sottolineare: «Sarebbe bastato, per evitare una polemica inutile su un tema sul quale appena due giorni fa era stata invocata l’unità della politica, guardare alle tempistiche. E alle prassi consolidate applicate nel riparto dei fondi, in base al consolidamento di bilancio e alle esigenze di programmazione delle Regioni, negli anni in cui gli attuali partiti di opposizione erano al governo».
Ma la dichiarazione del ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità non si limita a una mera replica o a semplici enunciazioni. Roccella argomenta. Confronta. E aggiunge: «I decreti per il riparto dei fondi anti-violenza, che il nostro governo fin dalla prima legge di bilancio ha quasi raddoppiato, e al cui incremento anche l’opposizione ha contribuito nella successiva finanziaria – prosegue – andranno in conferenza Stato-Regioni a partire da giovedì 28 novembre»: Hic et nunc avrebbero detto i latini («qui e ora»)…
Bando alle chiacchiere demagogiche e alle accuse propagandistiche, Roccella cita pregresso politico, date chiave, cifre sul tavolo: «Nel 2019 il decreto era stato trasmesso il 4 dicembre, nel 2020 il 13 novembre, nel 2021 il 16 novembre, nel 2023 il 16 novembre. Il primo decreto, che ripartisce le risorse per i centri anti-violenza, le case rifugio, e per le altre azioni a titolarità regionale, assegnerà 80,2 milioni complessivi, così suddivisi: 40 milioni per il funzionamento dei Cav e delle case rifugio. 15 milioni per le azioni a titolarità regionale. 20 milioni specificamente destinati alle case rifugio dalla legge di bilancio 2024. E 5 milioni per la realizzazione di centri violenza sempre stanziati dalla scorsa manovra».
E ancora. «Il decreto prevede inoltre 9 milioni aggiuntivi destinati all’empowerment delle donne vittime di violenza, e un contributo ad hoc di 200mila euro in attuazione del decreto Caivano, per il potenziamento delle reti antiviolenza in quel territorio. Il secondo decreto, relativo ai Cuav, è ugualmente in dirittura di arrivo il 28 novembre. Tanto si doveva: non tanto in risposta alle sinistre, la cui strumentalità emerge con chiarezza dai fatti – conclude il ministro –. Ma per evitare che una polemica inutile susciti allarme in chi ogni giorno sui territori, con il pieno supporto del governo, accoglie e sostiene le donne vittime di violenza».
L'articolo Violenza sulle donne, Roccella, dalla sinistra solo chiacchiere e distintivo: il governo ha raddoppiato fondi e azione. I dati sembra essere il primo su Secolo d'Italia.