Torna nella sua terra d’origine per due appuntamenti esclusivi il percussionista, compositore, artista multimediale Andrea Centazzo, udinese che dagli anni ’90 vive a Los Angeles. Venerdì 29 novembre alle 20.30 è al Visionario di Udine in un concerto che darà molto spazio all’improvvisazione; il 5 dicembre, sempre alle 20.30 a ingresso libero, sarà invece al Nuovo Teatro Maurensig di Feletto-Tavagnacco con la prima europea di “Imaginary Travel”.
Andrea Centazzo, cosa succederà al Visionario di Udine?
«Una serata bizzarra, Giovanni Floreani (alla zampogna) ha messo assieme un gruppo: Paolo Tofani (Area) alla chitarra, Tony Pagliuca (Le Orme) al piano, il cantante Claudio Milano. In più è stato coinvolto il batterista svizzero Pierre Favre che ha 87 anni e non vedo dall’80. È stato il mio primo maestro e quando ancora ero studente di legge all’università di Trieste mi disse: “studia la tecnica, hai creatività e capacità per cui per me devi fare il musicista”. E con lui sabato registreremo nello studio di Stefano Amerio».
E invece lo spettacolo multimediale al Maurensig?
«Quest’anno per i 700 anni della morte di Marco Polo, ho creato “Imaginary Travel” su richiesta dell’istituto italiano di cultura di Sidney. Ora lo porto a Udine, Los Angeles, Washington… Mi sono studiato “Il Milione”, un capolavoro, Marco Polo è un personaggio affascinante. Molti video sono girati da me nei viaggi in Oriente».
Quando alla sua carriera di percussionista si affianca quella di compositore?
«Nel ‘90 mi trasferisco a Los Angeles e decido di non suonare più e così è stato per dieci anni, volevo dedicarmi alla composizione e scrivere colonne sonore. Nel frattempo, ho avuto diverse commissioni per concerti e opere in Italia, tra cui la più importante nel ’96 l’opera su Tina Modotti con Ottavia Piccolo come voce recitante, che ha avuto grande successo dal Verdi di Trieste ai teatri di Bologna, Torino fino a Los Angeles e San Francisco».
E quella di videomaker?
«Nell’84 avevo scritto della musica che mi sembrava eccellente per una colonna sonora, ma non ho trovato nessun regista che volesse utilizzare le percussioni e quindi ho fatto io anche il film. Nonostante l’ingenuità ha avuto grande riscontro. Nel ’98 un mio ex allievo che era diventato dirigente della provincia di Bologna mi ha chiamato per un concerto e ho cominciato con gli spettacoli multimediali, da quel momento sono quelli che ho privilegiato nella mia attività concertistica, ho ripreso a suonare unendo la mia musica con il ruolo di videomaker. L’anno scorso, quando ho ricevuto il sigillo della città di Udine, ho proposto “Animae Mundi” sulla crisi climatica, e ora me l’hanno chiesto in India».
A Udine il sigillo, a Bologna invece il “Fondo Centazzo”: di cosa si tratta?
«Nel 1976 ho lasciato il Friuli, per due anni sono stato in Toscana, poi il comune di Bologna mi ha voluto a dirigere una nuova scuola di danza e jazz, dal ‘78 all’89 ho vissuto lì. Anche se ci venivo poco ho tenuto casa a Bologna fino al 2012, a quel punto avevo una biblioteca e un archivio musicale enorme. Ho cercato di fare una donazione a Udine, ma mi dissero che non sapevano che farsene. Invece la biblioteca del Dams di Bologna ha raccolto tutto il materiale e ha fatto un lavoro straordinario».