Torna il sereno nelle relazioni sindacali dello stabilimento Arvedi di Servola. I sindacati ritirano la minaccia di sciopero, dopo aver incontrato la proprietà del laminatoio, che si è impegnata a investire 3 milioni di euro per la costruzione dei nuovi edifici che ospiteranno mensa, spogliatoi e uffici. L’amministratore delegato Mario Caldonazzo ha inoltre illustrato ai rappresentanti dei lavoratori il nuovo piano per la viabilità e l’accesso al sito, che saranno modificati per consentire la convivenza con i cantieri della riconversione dell’area a caldo a usi portuali.
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«I lavori dovrebbero iniziare a gennaio 2025 per concludersi entro l’estate», riferisce una nota di Failms, Fiom Cigl e Uilm, che nei giorni scorsi avevano annunciato una giornata di sciopero e il blocco degli straordinari in risposta ai ripetuti rinvii dell’incontro con l’azienda. L’esito è ora giudicato soddisfacente e la Rsu dello stabilimento ha deciso di revocare lo sciopero. «Resta però l’esigenza di un serio monitoraggio: non è possibile che gli incontri si tengano ogni sei mesi», sottolinea il segretario provinciale della Uilm Antonio Rodà. I sindacati hanno chiesto e ottenuto un tavolo tecnico di confronto sui lavori.
Il comunicato sindacale stempera i precedenti timori sul reale interesse del gruppo siderurgico a mantenere le attività del laminatoio, dove lavorano 400 persone. Failms, Fiom e Uilm riferiscono che «la direzione ha confermato l’importanza del sito nella strategia industriale del gruppo. L’obiettivo è incrementare l’attuale produzione fino a 600 mila tonnellate di prodotto “trasformato”. L’azienda ha annunciato la volontà di incrementare i turni di lavoro nei vari reparti, arrivando a 21 turni in decapaggio, zincatura, verniciatura e slitter». Positiva anche la reazione dell’Usb, secondo cui «l’azienda ha snocciolato un programma di investimenti» che permette di parlare di «molti fattori positivi».
Le tensioni a Servola sono sorte per il ritardo nella realizzazione delle strutture necessarie a ospitare mensa, spogliatoi, infermeria e uffici direzionali, dopo che le palazzine che li contenevano sono state coinvolte nel piano di demolizioni connesso alla trasformazione del comprensorio in area logistica, secondo quanto stabilito dall’Accordo di programma Al centro della discussione c’è anche l’istituzione della nuova viabilità interna, fondamentale per garantire sicurezza allo spostamento delle persone in una zona interessata da manovre di mezzi pesanti, impiegati per la costruzione dei grandi piazzali su cui sorgerà il terminal intermodale a servizio del Molo VIII.
Resta da sciogliere il nodo della banchina siderurgica. Nell’ambito dell’Accordo di programma, la gestione del molo è passata da Arvedi a Logistica giuliana, società controllata di Hhla. L’attracco ha però problemi infrastrutturali che hanno spinto Logistica giuliana a interrompere da alcuni mesi le operazioni di carico e scarico. Arvedi e Lg faticano a trovare un’intesa sui lavori di ripristino da effettuare. La nota dei sindacati evidenzia sul punto che l’azienda «ha dichiarato l’importanza per Arvedi di poter utilizzare la banchina,sottolineando come vi siano alcune questioni che necessitano di un chiarimento». —
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