Il Ponte sullo Stretto di Messina “sarà un moltiplicatore di sviluppo commerciale e turistico”, ha detto il ministro dei trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. Il vicepresidente del Consiglio ha precisato che “tecnicamente non ci sono motivi ostativi per il ponte, ma in Italia si fa ideologia su tutto anche sulle opere infrastrutturali”. “I ponti servono, serve quello di Messina come tantissimi altri”, ha aggiunto Salvini, intervenendo all’evento “Il ponte sullo Stretto e l’impatto sociale, economico ed ambientale”, promosso da Unioncamere.
“Si sta navigando nella giusta direzione anche se c’è gente che a volte preferirebbe che la barca affondasse”, ha detto ancora Salvini, sottolineando che “in Italia c’è un dibattito surreale, riescono a buttare in politica un ponte che fanno gli ingegneri”. “Il ponte sarà un acceleratore anche sul tema dell’acqua”, ha aggiunto commentando i benefici economici e sociali superiori al costo del progetto emersi da un’analisi condotta da Uniontrasporti con l’aiuto tecnico scientifico di Openeconomics, attraverso le linee guida della Comunità europea.
“Questa bellissima infrastruttura ce la invidieranno, parliamo dell’industria italiana che deve essere non difesa ma lasciata in pace“, ha detto Pietro Salini, ceo di Webuild, sottolineando che per la sua azienda è “un grande onore” aver progettato il Ponte sullo stretto. Salini, poi, non ha nascosto lo sconforto per le polemiche, parlando dell’esistenza di “un mondo al contrario, lo stesso che ci ha impedito di essere una grande potenza industriale”. “Oggi si sono tutti trasformati in specialisti della sismica, sono diventati tutti geologi sui social e laureati su Instagram. Perché è così difficile spiegare che dobbiamo connettere la Sicilia con il resto del paese?”, si è domandato il ceo di Webuild, chiarendo che “se il ponte non si fa non è Webuild che perde o Salvini che perde, è l’Italia che è sconfitta. Senza l’innovazione cosa possiamo fare? Su cosa pensiamo di competere? La cosa che perde la Sicilia e la Calabria sono i giovani laureati”.
Secondo l’analisi di Uniontrasporti il ponte sullo stretto genererà 36.700 posti di lavoro stabili e che il profitto della struttura, al netto dell’importo per la realizzazione, risulterebbero positivi per più di 1,8 miliardi di euro: il rapporto di benefici e costi è di 1,2. Nella fase cantieristica il ponte sarà capace di procurare un contributo di 23,1 miliardi al Pil e di incrementare le entrate fiscali nelle casse dello stato per 10,3 miliardi di euro in totale.
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