La chiesa di Altivole a stento è riuscita a contenere la folla che si è stretta alla famiglia per l’ultimo saluto a Marino Gazzola, il muratore di 69 anni deceduto il 19 novembre a Refrontolo, caduto dall’altezza di cinque metri in un cantiere.
Tante le persone che hanno voluto ricordare una persona buona, disponibile con tutti, molto attaccato alla sua famiglia.
Orgogliosamente alpino, il feretro è entrato in chiesa scortato dai gagliardetti di una ventina di gruppi Ana del territorio, sulla bara il suo cappello con la penna. Dietro la sua famiglia, la moglie Afra, sorretta per tutta la messa funebre dalle figlie Ilenia, Katia e Alessandra.
«Questa tragedia - ha detto nell’omelia il parroco don Luciano Marchioretto - ha lasciato tutti ammutoliti, storditi. Siamo qui per pregare per i familiari nel momento del distacco e di dolore. Marino è sempre stato un buon papà, un marito diligente: ogni anno nell’anniversario del loro matrimonio, Marino e Afra hanno sempre voluto rinnovare il loro patto coniugale nella messa: un esempio per tutte le coppie. Marino era un muratore esperto, l’azienda Gazzola dopo 46 anni di lavoro era diventata la sua seconda famiglia e ora sono tutti qui. Un uomo positivo nell’affrontare la vita di tutti i giorni. Lo salutiamo con il Vangelo della casa costruita sulla roccia, lui che sempre è stato un costruttore di case: quante ne ha costruite nei nostri paesi. I momenti difficili ci sono per tutti: solo chi ha costruito sulla roccia, sugli affetti fraterni, sull’onestà, sulla fede, non crolla, come ha fatto Marino».
«Eravamo convinti che quella sera saresti tornato a casa e come tutte le sere saremmo stati a chiacchierare in compagnia - è lo struggente messaggio letto a nome della famiglia - non vogliamo usare il passato perché crediamo che tu ci stia ascoltando per vedere che tutto proceda correttamente e che sarai sempre accanto a noi. Sarai sempre un pilastro, una luce sempre accesa con la tua capacità di incoraggiare. Io, Afra, ti ringrazio perché sei stato il compagno di vita migliore che si possa desiderare. Noi figlie ti diciamo grazie e ti diamo un bacio perché sei la nostra carica di vita, l’esempio più prezioso. Grazie nonno dal piccolo Eric (l’adorato nipote, ndr) per avermi donato i sorrisi e aver giocato con me. Non possiamo dimenticare la tua grande dedizione al lavoro, dando vita a tanti progetti e realizzando sogni. Anche se questo incidente ti ha portato via troppo presto, ti ricorderemo sempre».
Altrettanto commovente il ricordo dell’impresa Gazzola, da parte degli attuali titolari Yari e Roberto: «Sei arrivato da noi 46 anni fa, eravamo piccoli. Sei stato per noi una guida importante anche dopo la perdita del nostro papà ed ha sempre sentito l’azienda come tua. Non vogliamo dirti addio perché da lassù ci guiderai ancora, “capo”. Ringraziamo la tua famiglia che ci è stata vicina in questi giorni dolorosi. L’amore e la passione per quello che si fa vince su tutto, anche sulla morte. Grazie Marino».