“Quanto accaduto durante la trasmissione “Quarta Repubblica” di Rete 4, condotta da Nicola Porro, ci indigna profondamente” Giuseppe Conte piagnucola. Solo lui e i grillini nei talk tv hanno licenza di urlare e insultare. Capita che nel corso della puntata di lunedì 25 novembre si sia parlato in studio delle vicende del M5S che ha appena rinnegato il suo garante. In studio ci sono Carlo Calenda, Piero Sansonetti, Vittorio Sgarbi, Andrea Ruggeri. Ma Conte non ci sta e si lamenta: “Il Movimento 5 Stelle e il sottoscritto sono stati oggetto di un attacco violentissimo, posto in essere senza alcun contraddittorio e con modalità faziose sino all’accecamento livoroso. Una trasmissione che ha calpestato i più basilari principi del pluralismo e della corretta informazione”, sottolinea il leader del M5S.
Gli sfugge che così funziona quando si analizza il percorso di un Movimento o di un partito qualunque, compreso il suo. Forse è abituato a La7 dove ad essere messi in croce sovente sono Meloni e il governo. Allora non si turba. Ma il diritto di critica – si rassegni Conte- vale per tutti e verso tutti. Potete immaginare le critiche che si sono levate verso un Movimento e il suo leader autori di mille giravolte, partecipi di alleanze “variabili”, con Lega, Pd, Draghi; autore di misure come il superbonus rivelatesi deleterie per i conti pubblici; promotori di un’anti politica che ha portato molti elettori a disertare le urne. Insomma, criticare in democrazia è lecito.
Ma Conte non cessa di lagnarsi. “In studio, infatti – prosegue -, erano presenti esclusivamente Carlo Calenda e giornalisti quali Ruggeri e Sansonetti. Che lungi dal mostrare un equilibrato approccio critico, si distinguono da tempo per il loro accanito e feroce atteggiamento denigratorio nei confronti del Movimento 5 Stelle, che puntualmente è stato confermato. E che dire poi della presenza di Vittorio Sgarbi, re delle aggressioni verbali, allontanato dal governo proprio per la battaglia condotta dal MoVimento 5 Stelle? Per tutta la durata del dibattito i toni adottati sono stati profondamente offensivi; lesivi della dignità della nostra forza politica e soprattutto irriguardosi per i nostri iscritti e sostenitori”. Solo i grillini possono essere “lesivi” e “offensivi” verso tutti. Basta una pigra ricerca di video sul web per rendersene conto.
Nessuno degli ospiti è stato una sorpresa, del resto. Ognuno ha coerentemente ribadito l’opinione espressa in passato. Sansonetti ha sottolineato le continue contraddizioni del Movimento andando al sodo: Credo che questo movimento abbia fatto danni spaventosi, ha distrutto la politica”. Il direttore dell’Unità ha aggiunto: “Ha abolito la prescrizione, ha portato i magistrati ad avere un potere mostruoso. Poi ha fatto i bonus, producendo gravi danni economici. Ha prodotto danni sociali come i decreti Sicurezza: c’è stato il Conte di destra, che andava dietro a Salvini. Danni anche dal punto di vista culturale, il M5S ha prodotto una tale disaffezione verso la politica che la gente non va più a votare. Io penso che Conte non esista”.
Poi Carlo Calenda, leader di Azione e da sempre avverso al M5S, tanto che si dimise dal Pd dopo l’apertura all’alleanza: “Populismo puro, ha distrutto la radice del socialismo democratico e popolare (…). Ha portato e mantenuto il rifiuto di qualunque cosa sia complesso, tutto va banalizzato e semplificato, questo è un virus che ancora circola. Conte è il populista con la cravatta e noi non ci siamo mai interrogati perché questo branco di disadattati ha preso il 33% nel Paese, è nata lì la politica come cazzeggio“.
A Conte va la mosca al naso e pianta una sceneggiata. Finisce per offendere pesantemente il conduttore Porro, la trasmissione e Mediaset. “Trasmissioni come queste distorcono e degradano il confronto, inquinano il dibattito politico; e alimentano un clima di delegittimazione e intolleranza che riteniamo estremamente pericoloso per la qualità della nostra democrazia. Chiediamo un’immediata presa di responsabilità da parte dei vertici di Rete 4 e Mediaset: affinché venga garantito, in futuro, uno spazio realmente pluralista e rispettoso della dignità di tutte le forze politiche”, conclude Conte. Dimenticando che è stato di recente ospite di Del Debbio per un’intervista. Si accorge quando viene criticato che “la libertà di stampa è un pilastro fondamentale del nostro sistema democratico, ma non può e non deve mai trasformarsi in un megafono per attacchi unilaterali e ingiustificati, che tradiscono il diritto dei cittadini a un’informazione trasparente e corretta”.
L'articolo Conte piagnucola: “Da Nicola Porro sono stato attaccato. Mediaset intervenga…” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.