Sfiora i 90 milioni di euro il programma di interventi idraulici destinati a mettere in sicurezza gli argini del torrente Torre e del fiume Isonzo, lavori complementari allo scolmatore del Cormor.
Il programma delle opere che dovranno essere realizzate entro il 2030 in delegazione amministrativa dal Consorzio di bonifica pianura friulana nell’ambito di un programma messo a punto dalla Regione è stato illustrato lunedì 25 novembre a Udine nel corso di un incontro con i sindaci dei comuni interessati. «Un lasso di tempo – ha affermato il direttore tecnico del Consorzio Stefano Bongiovanni – che consentirà di reperire il finanziamento per la realizzazione dello scolmatore Cormor-Torre e chiudere l’iter realizzativo. Per comprendere il complesso funzionamento del sistema idraulico, sono state condotte simulazioni con modellazione idraulica bidimensionale a fondo mobile».
A spiegare la valenza di una serie di opere che riguardano aree abitate da oltre 300 mila persone è stato l’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro.
«La realizzazione del canale scolmatore del Cormor e la sistemazione delle arginature del Torre e Isonzo – le sue parole – sono opere strategiche che rispondono a un obiettivo fondamentale: la messa in sicurezza idraulica del territorio. Per questo abbiamo voluto confrontarci con i sindaci. Per questi interventi – ha aggiunto – il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha messo a disposizione della Regione 80 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2021-2027, mentre l’amministrazione regionale è pronta a investire ulteriori 9 milioni di euro per ridurre al minimo il rischio alluvioni».
Il progetto prevede la creazione di un canale scolmatore delle portate di piena che dal Cormor in comune di Tricesimo garantisca il trasferimento nel Torre a valle del ponte di Salt di Povoletto di una portata massima di 100 metri cubi al secondo, la costruzione di una cassa di espansione a Zugliano della capacità di 2 milioni di metri cubi; il potenziamento della cassa di espansione già esistente a Sant’Andrat da 2,1 a 4,5 milioni di metri cubi, infine il ripristino a l’adeguamento dell’officiosità idraulica dell’alveo del torrente Cormor da Basaldella a Mortegliano
«I lavori – ha riassunto Scoccimarro – consentiranno l’adeguamento e il potenziamento delle idrovore nei comuni di San Canziano d’Isonzo e di Staranzano e la diaframmatura dagli argini delle aste di Torre e Isonzo nel tratto medio-basso, procedendo da valle verso monte. Si svilupperanno sulla base di un decreto del Servizio del suolo che ha approvato l’intero intervento».
Come ha fatto notare l’assessore, il Cormor è un corso d’acqua che in poco tempo può diventare torrentizio, provocando danni notevoli. La progressiva urbanizzazione delle sponde nella zona nord di Udine ha provocato da un lato il restringimento di alcune aree dell’alveo e un ulteriore carico idraulico. «L’accordo tra Stato e Regione ha messo a disposizione 161 milioni di euro per l’ambiente e le risorse naturali, quasi la metà è destinata alla mitigazione del rischio idraulico nel bacino del Torre-Isonzo, un territorio che interessa 81 mila persone in 21 comuni – ha dettagliato il direttore generale del Consorzio, Armando Di Nardo –. Questo intervento è propedeutico alla realizzazione dello scolmatore del Cormor, che proteggerà altre 219.000 persone in 25 comuni. Le opere di mitigazione idraulica sono fondamentali per la sicurezza del territorio, senza la quale non possono prosperare scuole, strade e ospedali, essenziali per la crescita economica e sociale. L’esperienza dello scolmatore del Corno, attivo da vent’anni, dimostra come queste infrastrutture abbiano preservato il territorio da rischi idraulici, contribuendo alla sicurezza e al progresso delle comunità locali».
Rosanna Clocchiatti, presidente dell’ente consortile, ha sottolineato come l’uomo abbia il dovere di analizzare, comprendere e prendere decisioni mirate, «un ruolo – la sua chiosa – che il Consorzio si è assunto garantendo la sicurezza idrogeologica e la manutenzione del territorio. Lo dimostra il caso del Corno, dove attività anche apparentemente semplici come il taglio delle piante contribuiscono a migliorare la sicurezza».