Il Fondaco resterà aperto al pubblico fino ad aprile, poi i lavoratori saranno impegnati nelle operazioni di dismissioni. Nel frattempo, nei primi giorni di dicembre, si aprirà formalmente il tavolo di crisi in Regione al quale dovrebbero partecipare, oltre alle parti sociali e al Comune di Venezia, sia la proprietà (la società Regia che afferisce al ramo di Sabrina Benetton) che la società Dfs mentre, nonostante gli appelli arrivati da più parti, il governo sembra intenzionato a stare fuori dalla partita.
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È questo l’esito del doppio incontro di lunedì 25 novembre. Il primo è stato quello tra le parti sociali e il Comune di Venezia. Presenti i tre segretari confederali di Cgil Cisl e Uil Venezia, rispettivamente Daniele Giordano, Michele Zanocco e Giuliano Gargano, e i segretari delle categorie Filcams, Fisascat e Uiltucs, rispettivamente Caterina Boato, Nicola Pegoraro e Fabio Marchiori. Il Comune, rappresentato dall’assessore al Lavoro Simone Venturini, ha annunciato di avere incontrato la proprietà del Fondaco.
«Ci auguriamo», hanno detto i sindacati, «che si possa arrivare ad una soluzione alternativa alla chiusura: non c’è molto tempo, ma va percorsa qualsiasi strada perché vengano salvaguardati i posti di lavoro. Abbiamo deciso di non sovrapporre i livelli di intervento e per questo individuiamo nel tavolo con la Regione Veneto, che dovrebbe essere convocato entro la prima metà di dicembre, il luogo del confronto. Auspichiamo che al tavolo, oltre alle organizzazioni sindacali, le amministrazioni regionale e comunale e la proprietà del Fondaco, possa partecipare anche il Governo, vista la portata di questa crisi».
Una richiesta che però rischia di restare inascoltata. «Dobbiamo far passare il messaggio», il commento di Venturini, «che siamo pronti ad accogliere nuovi investitori interessati a gestire il Fondaco, dobbiamo lavorare tutti in queste direzione».
Ora la palla passa alla Regione, l’ente cui spetta la gestione della crisi. Nel pomeriggio si è anche svolto nella sede di Confcommercio l’incontro tra sindacati e Dfs Italia, per l’avvio delle procedure previste dalla legge 223 sul licenziamento collettivo. L’azienda ha fatto sapere che il Fondaco resterà aperto al pubblico fino ad aprile spiegando che impiegherà il personale anche nelle fasi di svuotamento».