Lo scorso sabato sera i ladri hanno colpito anche a San Dorligo della Valle, nella frazione di Log. Il bottino, in questo caso, non è stato ingente, ma l’ennesimo colpo in pochi giorni sull’altipiano di Trieste alimenta insicurezza e preoccupazione tra i residenti.
A Log, i malviventi sono riusciti ad entrare in un’abitazione forzando la porta finestra sul terrazzo. In altre due casi, invece, non sono riusciti a mettere a segno il furto, lasciando però sulle porte delle abitazioni dei chiari segni di effrazione.
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Ricordiamo che dallo scorso giovedì i ladri hanno agito anche a Padriciano, Santa Croce, Opicina e a Muggia. Tanto che sabato sera, sull’altipiano, è stato organizzato un intervento di controlli ad alto impatto con personale della Questura, anche con il supporto del Reparto prevenzione crimine di Padova, della Polizia locale e della Guardia di Finanza. Nel corso dei controlli la sola Polizia di Stato ha identificato 150 persone a bordo di una sessantina di veicoli. Un’operazione che deve aver messo in fuga la banda che ha preso di mira il Carso triestino, tanto che negli ultimi due giorni la scia di furti lì sembra essersi arrestata.
L’attenzione però resta alta, e sui colpi messi a segno «si sta lavorando – ha assicurato lunedì il questore Pietro Ostuni –: noi su alcuni, i carabinieri su altri. Continueremo con i servizi ad alto impatto e con il monitoraggio».
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Il problema dei furti comunque tocca tutta la città, tanto che, come conferma anche Michele Carboncich della storica impresa Sapienza & Ponte, «da Ferragosto c’è stata un’impennata di richieste sia per intervenire in abitazioni visitate dai ladri, che da cittadini che chiedono preventivamente di innalzare il livello di sicurezza». I sistemi di videosorveglianza privati, sempre più diffusi, possono fungere da deterrente. In alcuni casi però, come i quelli che hanno toccato le abitazioni di Padriciano, i ladri di fronte alla telecamere non si sono scomposti, rivolgendo anche dei gestacci all’obbiettivo.
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Quello che preoccupa, è che per svaligiare alcuni appartamenti i malviventi non abbiano lasciato alcun segno di effrazione. Come se avessero le chiavi. «Usano il così detto “Topolino”– testimonia Carboncich, il più giovane serraturiere certificato Icin – un attrezzo che permette di aprire gran parte delle serrature a cilindro europeo, quelle di ultime generazione quindi, dove magari sono stati montati cilindri di fascia bassa». Uno dei tanti congegni esportati dai ladri dell’Est Europa, che in pochi secondi consente di aprire una serratura ritenuta ad alta sicurezza, senza fare rumore, senza lasciare segno, Carboncich spiega come «le serrature vengono tecnologicamente continuamente aggiornate, e anche noi, di conseguenza, aggiorniamo gli strumenti a nostra disposizione. Ma la malavita, in poco tempo, a sua volta riesce ad adeguarsi».
«A profilo europeo di livello superiore, sostituendo la corazza esterna con una ad occlusore magnetico», precisa il tecnico. Quelle a doppia mappa per i ladri più esperti sono ormai un gioco da ragazzi. I consiglio è anche «di rafforzare con vetri antisfondamento e grate anti-taglio porte e finestre sulle terrazze dei piani bassi e di quelli alti dei condomini, visto che i ladri più agili si arrampicano facilmente o si calano dal tetto». Consiglio che vale ancor di più per le case singole. Molti triestini, mantenendo una porta non blindata, per proteggersi hanno ancora la classica spranga di acciaio. «È ancora molto attuale sebbene quelle serrature non vengono prodotte più – valuta il serraturiere – ma andando a chiudere nel muro, comunque può garantire una sicurezza». —
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