Finalmente si vede qualcosa di nuovo nell’Italia dello sci di fondo maschile. O meglio, qualcuno di nuovo. Si tratta di Elia Barp, classe 2002 che lo scorso anno ha saputo riaccendere l’entusiasmo di tanti appassionati grazie ad alcune fiammate. Forse sono apparse anche più luminose di quanto non fossero in realtà, ma nel buio pesto è inevitabile come qualsiasi luce risalti in maniera marcata.
È forse arrivato il giovane azzurro in grado di emergere nel massimo circuito, come tanti coetanei di altre nazioni stanno facendo? Si spera di sì, ma solo i campi di gara potranno dare un responso in merito. Di sicuro, fra gli addetti ai lavori, si parla di Barp con toni entusiastici sin da quando era un giovane teenager. C’è chi lo considera in grado di diventare un big. Previsione azzardata, ma non utopica. Tutto dipenderà da quale evoluzione agonistica avrà il ragazzo in questione. Diciamo che il 2023-24 ha generato aspettative intriganti, vedremo cosa accadrà nel 2024-25.
In tema di nuove leve, sarebbe però ingiusto derubricare frettolosamente Davide Graz, molto quotato a livello giovanile, ma sinora mai riuscito a incidere nel circuito maggiore. Stiamo pur sempre parlando di un ragazzo nato nel 2000 e quindi ancora tutto da formare, considerando come pratichi agonisticamente una disciplina dove il prime viene raggiunto fra i 30 e i 35 anni.
Proprio per questo è doveroso incrociare le dita per l’ancor giovane Simone Mocellini, il cui fisico da corazziere è un’autentica “croce e delizia”. Tanto poderoso e straripante quando è integro, tanto fragile proprio a causa delle sue mastodontiche proporzioni. Se la salute dovesse assisterlo, ha dimostrato di poter essere uno sprinter di grido.
Inoltre, guai a sottovalutare la crescita di Simone Daprà. Ha impiegato più tempo di tanti altri prima di ottenere qualche risultato di rilievo, ma il suo 2023-24 è stato improntato al progresso. Se dovesse perseguire la stessa tendenza, allora diventerebbe un signor fondista, da tenere in considerazione quantomeno per piazzamenti di prestigio.
Portino pazienza Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani se si è deciso di dare la “copertina” della presentazione ai loro compagni di squadra, però quanto ci si può aspettare e possono fare i due veterani valdostani è risaputo. Il primo, a dispetto delle 34 primavere, resta uno dei migliori velocisti del circuito, soprattutto nella prediletta tecnica a skating. Il secondo è atleta da alti e bassi. Nel suo caso, ci si può augurare di vedere più luci di quante non siano le ombre.
Si vedrà se qualche altro nome saprà far parlare di sé da qui a fine marzo. Nel frattempo, ci sono almeno 6 uomini da tenere d’occhio. È molto più di quanto si è fatto per un decennio abbondante. Va benissimo così, significa come lo sci di fondo italiano non svanirà con il ritiro di Pellegrino e De Fabiani, ma avrà modo di continuare a esistere, anche ad altissimo livello.