È ormai in corso l’atteso terzo lotto dei lavori di ristrutturazione e adeguamento della Casa per anziani di Cividale, il cui avvio è stato reso possibile da un finanziamento di oltre 4 milioni di euro ottenuto tramite il Pnrr e da un mutuo (dell’importo superiore al milione) acceso dall’Asp per disporre dell’intera cifra necessaria, posto che rispetto alle stime iniziali (il progetto risaliva al 2018) gli oneri di spesa erano inevitabilmente lievitati.
Le operazioni interesseranno 70 stanze e, proprio in considerazione dell’entità del cantiere, il Cda dell’Azienda di servizi alla persona ha scelto di ripartire l’intervento in due fasi, la prima delle quali, in itinere, coinvolge 46 camere: lo ha reso noto, nell’ambito di una lunga relazione proposta in apertura della seduta del consiglio comunale, la presidente del Cda dell’Asp, Piera Beuzer, ricostruendo un iter burocratico complesso.
Poco prima che le attività partissero, nei mesi scorsi, era infatti venuta meno la certezza assoluta sulla copertura economica tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza, poi arrivata, fortunatamente, ma appena una ventina di giorni fa. «Contestualmente – ha informato Beuzer – ci è stata comunicata la proroga del termine di conclusione lavori, portata al 30 giugno 2029. Per consentire lo svolgimento delle opere abbiamo dovuto collocare gli ospiti delle prime 46 stanze in altre parti della struttura, in locali precedentemente destinati a diverse funzioni e ora temporaneamente riconvertiti in alloggi.
Prevediamo di concludere il lotto in poco più di un anno, fermo restando che la proroga citata ci consente di procedere senza affanni. A fine estate – ha comunicato quindi – è stato intanto ultimato un adeguamento impiantistico in materia di sicurezza, in tutta la struttura».
Grandi risultati, nel frattempo, stanno arrivando dall’innovativo modello Alzheimer, progetto pilota avviato negli anni scorsi e già diventato un riferimento su scala regionale e oltre. Fulcro del percorso (per il quale è stata creata una specifica sezione, nella Casa) è la ricerca di nuove modalità comunicative con chi ha perso le funzioni cognitive: «Allo scopo – ha spiegato la presidente – abbiamo avviato anche una formazione specifica per i familiari.
Il sistema introdotto ha cambiato i paradigmi di cura e assistenza dei pazienti affetti da Alzheimer, con riscontri estremamente incoraggianti. Ci doteremo anche di dispositivi di intelligenza artificiale per il monitoraggio continuo di posture e movimenti degli ospiti, per evitare, per esempio, cadute». «Abbiamo inoltre l’intenzione – ha concluso Beuzer – di realizzare un nucleo di 15 posti letto per persone con demenza non autosufficienti: si tratta di un progettualità che non ha precedenti in Italia, per la quale ci auguriamo di reperire presto le risorse».