A quasi 30 anni dalla sua conclusione, nel 1995, la guerra che oppose le Forze armate croate e i ribelli serbi della Krajina di Tenin (in croato Knin) continua ad uccidere.
Proprio Tenin, l’ex sedicente capitale degli indipendentisti serbi, località situata nell’entroterra della Regione di Sebenico, in Dalmazia, è stata lunedì teatro di un tragico incidente, causato dall’esplosione di una bomba a mano, modello M-75, ordigno in dotazione alla defunta Armata popolare jugoslava. Una festa tra amici è finita in tragedia dopo che un giovane di 23 anni ha trovato la bomba in un mobile dell’appartamento di via Bribirski knezovi in cui si erano date appuntamento cinque persone, tre uomini e due donne.
La bomba, stando a quanto filtra dalle prime indagini, sarebbe stata consegnata ad un 25enne che dapprima l’ha fotografata, mettendo l’istantanea sulle reti social, per poi maneggiare l’ordigno in modo imprudente, senza rendersi conto del pericolo mortale a cui stava esponendo se stesso e gli amici intorno.
Sembra che a un certo punto l’uomo abbia tolto la sicura della bomba, non si sa se volutamente o meno, facendola purtroppo deflagrare: il giovane è deceduto all’istante, mentre gli altri quattro giovani, tra cui una minorenne di 16 anni, hanno riportato ferite molto serie. Quella che ha avuto le lesioni più gravi è una donna di 21 anni, colpita dalle schegge in varie parti del corpo. Dapprima i medici del Centro clinico ospedaliero di Spalato hanno dichiarato che la ferita era in pericolo di vita, ma le sue condizioni sono migliorate già nel pomeriggio.
Condizioni stabili, così i medici spalatini, per la ragazza di 16 anni e per il 23enne, mentre un uomo di 25 anni si trova in cura all’ospedale di Tenin, dove il suo stato di salute non è preoccupante.
L’esplosione della bomba, retaggio del conflitto durato quattro anni (1991 – 1995), si è verificata in una casa di due piani, nell’alloggio del citato 23enne. Gli altri inquilini hanno parlato ai media di un botto spaventoso, cui sono seguiti pianti e lamenti dei feriti. Fortuna (nella sfortuna) ha voluto che la deflagrazione si verificasse nelle vicinanze della Casa della Salute di Tenin, cosicché i sanitari sono giunti pochi minuti dopo la tragedia, constatando che per il 25enne non c’era nulla da fare e soccorrendo gli altri quattro partecipanti al tragico party.
La portavoce della Questura di Sebenico, Sanja Baljkas, ha confermato che è stato l’incauto maneggio dell’ordigno a farlo attivare, uccidendo il giovane che aveva in mano la bomba. «Sappiamo che ci sono in giro ancora tante armi ed esplosivi, che i cittadini tengono nascosti nei propri alloggi, nelle cantine, in soffitta ed altrove. Da decenni è in corso l’operazione della polizia intitolata Meno armi – meno tragedie, grazie alla quale si possono consegnare volontariamente pistole, fucili, mitra, proiettili, bombe a mano, micce ed altro ancora, conservando l’anonimato e senza incorrere in alcuna denuncia da parte delle forze dell’ordine. Grazie a questa operazione, che ha dato e sta dando grossi risultati, si sono evitate tantissime tragedie. Pertanto – ha concluso – mi appello alle persone che ancora tengono in casa armi e ordigni esplosivi, a rivolgersi al più vicino commissariato. Saranno agenti di polizia o gli artificieri ad occuparsi del caso, facendolo nella massima sicurezza per tutti». —
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