IVREA. «Siamo qui per voi, per conferirvi la cittadinanza onoraria, per aver raggiunto due obiettivi importanti: aver vissuto cinque anni ad Ivrea o aver terminato un ciclo di studi». Queste le parole del sindaco Matteo Chiantore che hanno emozionato la folta platea di ragazzi e genitori venerdì 22 in sala Dorata. «Con la cittadinanza onoraria – ha aggiunto – ci teniamo a riconoscere questo percorso, questo pezzo di vita con noi e fa sì che vi consideriamo eporediesi al cento per cento». Un caro benvenuto a bambini e ragazzi anche da parte della vicesindaca Patrizia Dal Santo: «Ogni tanto incontro qualcuno di voi nelle scuole - ha detto rivolgendosi ai giovani – ed è molto bello che le scuole siano così ricche del mondo, dove ciascuno porta esperienze , ricordi e lingue diverse. Ci dobbiamo capire e imparare a conoscere ed è una bella ricchezza». Settanta i bambini e i ragazzi che hanno ricevuto il riconoscimento.
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Le pergamene con la cittadinanza onoraria sono state consegnate dalla vicesindaca Patrizia Dal Santo, dall'assessora Gabriella Colosso, dal consigliere comunale Massimiliano De Stefano e da alcuni rappresenti dell'amministrazione comunale.
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L'iniziativa si è ripetuta a distanza di un anno e, come ha sottolineato l'assessora Colosso, «si tratta di una cerimonia speciale che cade il 20 novembre di ogni anno, in concomitanza con la giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Oserei dire che abbiamo istituito una “festa della cittadinanza”. Abbiamo preso un impegno per accelerare il processo di integrazione delle nuove generazioni di ragazze e di ragazzi, figli di cittadini stranieri». Quattrocento circa sono i minori stranieri residenti in Ivrea. «Sono minori che stanno crescendo nella nostra comunità – ha aggiunto Colosso – frequentando quotidianamente le nostre scuole. Ragazze e ragazzi che parlano fluentemente l’italiano e le cui famiglie contribuiscono al benessere generale della collettività». I giovani però, a differenza dei loro coetanei, non sono considerati cittadini italiani e quindi devono rinnovare il permesso di soggiorno rispettando le stesse scadenze dei genitori, rimanendo quindi, in un limbo tra un rinnovo e l'altro. Inoltre, non possono svolgere attività agonistica o usufruire di una borsa di studio all'estero perché verrebbero meno la continuità di presenza sul territorio italiano. Allo stesso modo, non possono accedere a concorsi pubblici e non possono votare. Colosso ha ricordato come, a tutti i diciassettenni di origine straniera, il Comune invia una lettera con tutte le informazioni utili al conseguimento della cittadinanza italiana ai 18 anni per coloro che ne hanno diritto stando alle disposizioni della normativa del 1992, e al contempo informare i soggetti che non sono tutelati dalla normativa vigente su quelli che sono i loro diritti e doveri.