Tra le varie ipotesi che circolano attorno alla vicenda dei siti dei Comuni italiani deindicizzati dal motore di ricerca di Google, ce n’è una che – di concerto con il più recente aggiornamento dell’algoritmo per il ranking – potrebbe rappresentare una risposta a quel che sta accadendo. Perché se è vero che molti dei portali che non compaiono nelle prime pagine della ricerca – utilizzando la query [Comune di + nome del Comune] – sono simili (a livello di layout) tra loro e i contenuti vengono aggiornati con cadenza non regolare, è altrettanto vero che esiste un pattern comune tra loro.
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Piccola, ma doverosa, premessa. L’indicizzazione sparita è solo quella relativa alle homepage dei siti istituzionali di oltre 4mila Comuni italiani. Facendo una ricerca specifica su una voce o una categoria interna, il primo risultato che Google restituisce all’utente è quello corretto. Dunque, la questione potrebbe riguardare solamente la tipologia di dominio utilizzato dai vari Comuni per i propri siti e non le sotto-voci interne.
Scorrendo lungo la lista dei siti Comuni italiani deindicizzati da Google, troviamo un elemento che si ripete per tutti. Indiscriminatamente.
Praticamente tutti hanno un dominio composto da: www.comune.nomedelcomune.sigladelcomune.it. Quindi, parliamo di siti (hompage, in questo caso) che hanno un dominio di quinto livello. E, di fatto, questa tipologia di dominio (che raramente viene utilizzata, ma questa vicenda sembra essere l’eccezione che conferma la regola) sembra provocare un’allergia ai nuovi algoritmi di ricerca (e di ranking) del motore di ricerca di Google.
Ovviamente, in attesa di comunicazioni ufficiali, questa resta solamente un’ipotesi che si basa sull’unico elemento in comune – al di là degli aspetti grafici e di layout (ricordando che non si tratta solamente di portali “vecchi” o obsoleti, ma anche di siti creati grazie ai recentissimi fondi del PNRR) – presente in tutte le homepage.
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