Editoriale del Lunedì. La tredicesima giornata di serie A ha registrato i successi di tutte le squadre posizionate nei piani alti della classifica, con la compagine di Antonio, che per poche ore si era vista soffiare la testa della classdifica dall’Inter e dall’Atalanta, tornata nuovamente in cima, in beata solitudine, in virtù della vittoria di misura, sulla Roma di Claudio Ranieri, con il gol dell’ex Romelu Lukaku. Una rete importantissima, quella del belga che ha consentito, appunto, il ritorno al primo posto in barba alle inseguitrici che già pregustavano, gufando contro gli azzurri, il primato. Dunque, il Napoli non molla la presa, vince il derby del centrosud, giocando la sua onesta partita, badando esclusivamente al sodo e non all’estetica, come è solito fare da quando sulla panchina siede l’allenatore ex Inter e Juventus, il quale ha nel suo dna la vittoria. L’attaccante belga, criticato e bistrattato da tutti si prende la sua rivincita verso i suoi denigratori decidendo la partita, rendendo amaro il nuovo debutto di Ranieri sulla panchina giallorossa. Contro i capitolini, i partenopei si sono resi protagonisti di una discreta partita, calando solo nei minuti seguenti al prezioso vantaggio, rischiando, tuttavia, poco o nulla. Unico brivido, la traversa colpita dall’attaccante ucraino della Roma, di testa. Resta, però, ancora da migliorare, molto la fase offensiva, troppo pochi i gol realizzati finora, solo 20 in 13 gare, a fronte dei 34 dei bergamaschi e dei 31 dell’Inter. Migliore in campo, il capitano Giovanni Di Lorenzo, autore, peraltro dell’assist vincente regalato a Big Rom. Una partita straordinaria dell’esterno azzurro da meritare un bell’8 in pagella. Altra nota lieta il ritorno ai suoi livelli di Stanislav Lobotoka, uomo ovunque che ha rigettato indietro ogni avanzata dei giocatori avversari. Oltre al capitano ed al regista slovacco, meritano un voto alto anche Buongiorno e Rrahmani capaci di una prestazione difensiva di ottimo livello, così come Olivera, cresciuto tantissimo. Nota stonata, viceversa, la gara di Kvara che si è mangiato una rete facile di testa, dopo due minuti di gioco, pur avendo davanti la porta spalancata. Molte ombre e poche luci per il georgiano sostituito nella ripresa da Neres. Ancora una volta il numero 77 non ha gradito la sostituzione, evidente il suo rammarico all’uscita dal campo, tuttavia, Kvaratskhelia deve soltanto recitare il mea culpa. A mio modesto avviso, malgrado quello che dicono gli addetti ai lavori, sulle sue prestazioni sta incidendo moltissimo il mancato rinnovo contrattuale, manca di lucidità nelle sue giocate ma continuando così non convincerà mai il Napoli a dargli di più di quanto offerto. Rigurado al tecnico leccese, non possiamo che fargli i complimenti; il Napoli rispecchia in tutto e per tutto il suo credo calcistico: combatte, suda la maglia, gioca con la rabbia agli occhi ed impersona un cinismo straordinario. Come dicevano in precdenza, è vero che segna molto poco però è innegabile che la squadra è sempre col fiato sul collo degli avverrsari, non facendoli respirare. Forse non sarà all’altezza dell’Inter, che ha una rosa di tutti titolari e resta la favorita per riconfermarsi, magari anche dell’Atalanta attuale , però, una cosa è certa, gli azzurri daranno filo da torcere a tutte le rivali. Del resto, Antonio Conte non ha mai parlato di obiettivo scudetto ma solo di lottare per entrare tra le prime quattro, traguardo fissato, a inizio stagione, dalla società di De Laurentiis. Poi, se tra aprile e maggio i campani si ritroveranno ancora lassù, sarà il caso di tentare l’impresa.
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