«Non è la solita sfida salvezza, ma l’occasione per fare un bel salto in alto». Andrea Coda la presenta così Empoli-Udinese, la sua partita del cuore per i trascorsi personali avuti da calciatore nei due club. E siccome al cuor non si comanda, Coda vorrebbe vederle gareggiare ancora più in alto queste due realtà accomunate da una solida classifica, ma soprattutto da società che «sanno fare calcio».
Coda, al Castellani si gioca per...
«Per vincere e quindi per fare un gol in più dell’avversaria. Mai come stavolta Empoli e Udinese possono affrontarsi a viso aperto per inseguire l’alta quota. Ricordate a maggio? Beh, quel pomeriggio drammatico segnato dal pareggio su rigore dell’Udinese bel oltre il recupero è un incubo ormai lontano per entrambe. Adesso, invece, la classifica suggerisce che bisogna giocare per vincere».
L’Udinese è reduce da tre sconfitte consecutive...
«Sì, ma non sono preoccupato perché sono molto amico di Gokhan Inler, sua moglie è la madrina di mio figlio e so bene il grande lavoro che si sta facendo a Udine. Mister Runjaic non lascia nulla al caso, proprio come Gokhan, e il lavoro fatto con meticolosità paga sempre».
Che tipo di partita bisogna fare contro l’Empoli di D’Aversa?
«Attenta ma allo stesso tempo spregiudicata. D’Aversa ha dato una grande organizzazione al suo Empoli. Lo dimostrano i risultati, ma soprattutto le prestazioni. Non vinci a Roma e pareggi a Torino con la Juve casualmente».
Vestisse ancora i panni del difensore bianconero, su chi terrebbe gli occhi bene aperti?
«Senza dubbio Colombo che mi è sempre piaciuto. Già da qualche anno è apparso con le sue potenzialità in Serie A, ma essendo giovane non lo hanno lanciato. Sappiamo che da noi in Italia si viaggia col freno a mano tirato sui giovani. Ora invece è nel posto ideale per emergere, come dimostra la scelta della società di puntare anche su Esposito e Pellegri».
L’Udinese, invece, fa più paura in attacco con Lucca o con Davis accanto a Thauvin?
«Davis ha dimostrato molto a Bergamo, Lucca ha cominciato bene quindi sono scelte difficili per il tecnico. Vedendo giocare l’Udinese io noto la mano dell’allenatore nella ricerca delle trame che è più votata all’attacco».
Coda, parlando di “salto in alto” crede che Empoli e Udinese possano spingersi a lottare per l’Europa?
«L’obiettivo di entrambe sono sempre i 40 punti da raggiungere con le stesse politiche societarie di sempre. Entrambe hanno dimostrato quanto si sappia fare calcio a Empoli e Udine, anche se i bianconeri sono stati sempre costanti in A, mentre l’Empoli ha fatto un po’ di saliscendi tra le categorie. Tuttavia, tra le due è più facile che a Udine si arrivi prima al traguardo salvezza, quindi si può pensare a guardare oltre. Sono poi dell’idea che l’Udinese debba espandersi ancora».
In che senso?
«L’Udinese investe bene nel giocatore intermedio tra Primavera e prima squadra, quello da lanciare, e in questo differisce dall’Empoli che parte invece dal settore giovanile. Ecco, per me l’Udinese potrebbe fare altrettanto sfruttando il bacino d’utenza, anche transfrontaliero, che ha disposizione. In Toscana l’Empoli sgomita da sempre con tanti campanili e basta pensare che anni fa in A c’erano Fiorentina, Siena, Livorno e Empoli tutte assieme. Udine invece non ha rivali fino a Venezia e Padova, ha un bacino enorme per reclutare i giovani. Facendo un grande lavoro sul territorio sono certo che la società sarebbe ancora più forte».