PAVIA. Due su dieci hanno meno di 27 anni, le richieste di aiuto tra le giovani donne sono in aumento: «L’età dei primi maltrattamenti si sta abbassando, perché le relazioni stabili si formano prima e quindi gli episodi di violenza possono accadere con maggiore precocità» dice Paola Tavazzi, presidente di Liberamente di Pavia che, insieme ai centri antiviolenza di Vigevano di Voghera, ha accolto 305 donne nel primo semestre di quest’anno (168 solo a Pavia città): quasi una al giorno.
Le statistiche da giugno a dicembre non sono ancora disponibili, ma chi si occupa di arginare la violenza di genere ha pochi dubbi: per il 2024, è probabile che gli accessi nei centri provinciali saranno analoghi a quelli dell’anno scorso, quando sono state accolte 741 vittime di violenza da parte degli uomini. Il 18 per cento di loro (132) ha un’età compresa tra i 18 e i 27 anni: questi i dati comunicati in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
«Se escludiamo il 2021 e il 2022, periodo post Covid, non abbiamo notato una diminuzione dei casi» aggiunge Tavazzi. I maltrattamenti sono commessi da uomini di ogni strato sociale e livello di istruzione, e subiti anche dalle giovanissime: «Abbiamo registrato pure degli episodi in cui la vittima è minorenne» aggiunge Cristina Boffelli di C.h.i.a.r.a, il centro antiviolenza di Voghera. «Da un lato c’è più consapevolezza, grazie agli interventi che facciamo nelle scuole. Dall’altro, stanno emergendo casi di violenza digitale come sexting non richiesto, cyber bullismo o revenge porn», cioè la diffusione di foto o video intimi senza il consenso della persona ritratta. «Prima del Covid, l’età delle vittime era molto spesso compresa tra i 28 e i 45 anni» afferma Nicla Spezzati di Kore, il centro antiviolenza di Vigevano. «Adesso seguiamo diverse ragazze tra i 16 e i 24 anni, che già nelle prime fasi del rapporto si trovano a vivere una relazione tossica. Le generazioni più adulte non sono riuscite a trasmettere il significato del rifiuto, e cioè che il no significa no».
«La violenza ha le chiavi di casa»
La violenza di genere è un fatto che riguarda donne italiane e straniere di tutte le età, con oltre il 50 per cento delle vittime tra i 28 e i 47 anni. Nella maggior parte dei casi, il maltrattante è il marito o l’ex marito. «La violenza ha le chiavi di casa» aggiunge Spezzati.
Spesso chi maltratta è pure istruito: in provincia, il 33 per cento degli uomini violenti è diplomato alle scuole superiori (il 43% in città) mentre il 10 per cento ha anche la laurea, dato che sale al 13 per cento a Pavia capoluogo. Nel 42 per cento dei casi, inoltre, il maltrattante ha un lavoro a tempo indeterminato. I dati variano in base alla zona della provincia ma confermano un fatto: la violenza di genere non riguarda solo contesti marginali o di povertà educativa: «Le statistiche smentiscono chi sostiene che, a commettere maltrattamenti, siano soltanto gli uomini non istruiti. La violenza sulle donne è un fenomeno trasversale» dice Tavazzi.
Gli abusi hanno molte forme, alcune più subdole di altre : tutte le donne accolte nei centri provinciali hanno denunciato episodi di violenza psicologia (limitazione dell’indipendenza, gelosia ossessiva, ecc.) ma come mostra l’infografica di fianco, è comune anche la violenza economica (come il controllo del conto corrente) e quella sessuale (rapporti obbligati, ecc.). Una piaga che riguarda tutte: delle 305 donne accolte nel primo semestre di quest’anno, 209 sono italiane.