Un tuffo nel passato e una passeggiata nel presente. La musica fuoriesce dai vinili con quel fruscìo caldo e caratteristico che rende meraviglioso l’ascolto. Altri cercano i cd, che riproducono in maniera avvolgente e pura il suono. Al di là del supporto scelto, è la musica la vera protagonista della mostra mercato del disco, cd & dvd usato e da collezione, giunta alla ventiduesima edizione.
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Domenica, per tutta la giornata, gli spazi del PalaChiarbola di via Visinada a Trieste sono stati presi letteralmente d’assalto. «Alle 13.30 sono stati superati di gran lunga gli ingressi dello scorso anno e siamo ampiamente oltre i mille visitatori», ha raccontato un soddisfattissimo Maurizio Giugovaz, curatore e deus ex machina della manifestazione, promossa dall’associazione culturale Musica Libera in coorganizzazione con il Comune di Trieste.
Sono stati 75 gli operatori provenienti dall’Italia e dall’estero, con presenze anche da Slovenia, Croazia, Svizzera, Austria e Germania. Alla fine i visitatori che hanno acquistato il ticket da 6 euro sono stati ben 1.600.
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«È sempre il rock progressive italiano – ha commentato Giugovaz – il vero protagonista della mostra. Non solo la Premiata Forneria Marconi o il Banco del Mutuo Soccorso ma anche tutto il sottobosco di questo genere che in Italia abbiamo sviluppato maggiormente: parlo di gruppi come Quella vecchia locanda, Rovescio della medaglia, quindi gruppi i cui nomi sono forse sconosciuti ai più, ma che appartengono a quel filone del rock prog italiano che ha primeggiato in Europa. Parliamo di dischi a tiratura, se non limitata, molto esigua che, a parte la loro qualità, rappresentano chicche per i collezionisti».
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Girovagando per i corridoi che si creano tra gli stand, ascoltando la musica che si diffonde dagli impianti hi-fi, anch’essi proposti in vendita, ci si immerge in un brulicare di appassionati che scorrono abilmente con le dita i titoli in esposizione per rintracciare il pezzo che cercavano da anni. O quello che fa sobbalzare il cuore. Come Francesco e Valentina da Udine che tra le mani stringono gelosamente un vinile di Thelonious Monk: «Bella mostra, ci veniamo da anni. Questo disco “Thelonious Monk plays Duke Ellington” lo cerchiamo da tempo, fa parte della nostra storia, e finalmente eccolo qua».
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Tanti anche i visitatori stranieri: a scartabellare furiosamente tra i vinili della musica ex yu c’è Milos dalla Serbia: «Sve vrlo lepo, tutto molto bello», dice mentre mostra un disco dei Riblja Čorba, un gruppo belgradese, che sta per acquistare a 35 euro. Sono dischi quelli della ex yugoslavia, soprattutto quelli della scuola bosniaca, molto ambiti.
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«Tra i classici – racconta Giugovaz – tirano sempre i Pink Floyd, soprattutto i primi, quelli di “The Piper at the Gates of Dawn” e vedo forte richiesta di jazz e black. In passato c’erano state richieste per avere più dealers specializzati in questo tipo di musica e oggi abbiamo un paio di espositori di un certo livello, tra cui uno che arriva dalla Toscana, che ha portato chicche originali in vinile di jazz, soul e black music». —
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