PAVIA. Fuma il 24% della popolazione adulta e fuma il 30,2% dei ragazzi con un’età compresa tra i 14 e i 17 anni. L’età media in cui si inizia a fumare sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato continua ad abbassarsi, alzando l’asticella delle dipendenze da nicotina e incorrendo nei danni causati non solo dalla nicotina, ma anche dalle sostanze aromatizzate nocive, piombo e altri metalli pesanti presenti nelle e-cig. Si incomincia già ad 11 anni, con il 62,4% che è dedito al policonsumo, cioè fuma e svapa contemporaneamente. Stando ai dati dell’Iss, l’uso della sigaretta a tabacco riscaldato tra i giovanissimi è passato dal 32,2% del 2023 al 61,8% del 2024. Fuma il 6% dei tredicenni, il 33% di chi ha 15 anni e il 35% dei diciassettenni.
«I danni che derivano dall’uso del tabacco e della nicotina sono importanti – spiega Assunta Lanza, responsabile del Serd di Voghera -. Ma anche quelli procurati dai nuovi dispositivi, come la sigaretta elettronica e le sigarette a tabacco riscaldato, che determinano danni non solo polmonari ma sistemici, a tutto l’organismo. Vengono spesso pubblicizzati come strumenti meno dannosi o come mezzi per smettere di fumare. In realtà hanno contribuito ad abbassare l’età di inizio del fumo e hanno creato fumatori duali o policonsumatori. Le conseguenze sulla salute sono allarmanti, se si considera la loro grande diffusione tra i giovanissimi».
Gli aerosol prodotti contengono infatti sostanze cancerogene e tossiche , e gli aromatizzanti usati per aumentare la gradevolezza dei prodotti espongono i consumatori a centinaia di sottoprodotti, potenzialmente pericolosi, che si generano durante il processo di aerosolizzazione degli e-liquid. Sul mercato si stanno anche affacciando i “sacchetti di nicotina” che contengono sali di nicotina, fino a 50 mg/gr di polvere di nicotina, con aromatizzanti e dolcificanti. Vengono venduti a prezzi contenuti, sono facilmente reperibili sul web anche dai minorenni, si posizionano tra il labbro superiore e le gengive, non fanno fumo e quindi possono essere usati anche in classe.
Insomma la situazione sta diventando preoccupante, come è emerso ieri (sabato) durante il convegno “Danni da fumo e possibilità di cura”, svoltosi in Aula Foscolo, in cui si è ricordato che in Italia si contano 96.000 morti all’anno riconducibili al fumo di tabacco, di cui 26.000 nella sola Lombardia. Una situazione che ha spinto Asst ad attivare recentemente a Voghera un ambulatorio per il trattamento dei disturbi da uso di tabacco, con l’obiettivo di aprirne un altro anche a Pavia.