Un “precedente” che rischia di diventare “un colpo di spugna sulle atrocità compiute dai terroristi in Italia” e di fronte al quale si deve “riaffermare il vero diritto”, quello delle vittime. Così l’Associazione vittime del terrorismo, Aiviter, è intervenuta sul caso di Raffaele Ventura, l’ex terrorista delle Formazioni Comuniste Combattenti per il quale la Corte d’Assise d’Appello ha dichiarato estinta una pena mai scontata. Ventura, condannato tra l’altro per concorso morale nell’omicidio del ’77 del vicebrigadiere Antonio Custra a Milano, è uno dei dieci ex terroristi che hanno trovato rifugio in Francia e per i quali la giustizia d’Oltralpe ha rifiutato l’estradizione. Una decisione che ha portato l’Associazione vittime del terrorismo a rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
“Raffaele Ventura è uno dei dieci ex terroristi che con l’operazione ‘Ombre rosse’ del 2021 avrebbero dovuto rientrare in Italia dalla Francia per scontare le condanne, ma i giudici francesi negarono le estradizioni. Ora, in applicazione dell’art.172 del nostro codice penale, decorso il doppio degli anni previsti dalla pena, la stessa viene estinta e il colpevole è libero di tornare in Italia. Non si può assistere a questo precedente senza riaffermare il vero diritto, quello da parte di chi ha pagato costi enormi. Noi speriamo che il caso Ventura non diventi il colpo di spugna sulle atrocità compiute dai terroristi in Italia, sulle loro pesantissime responsabilità”, si legge in una nota l’Associazione vittime del terrorismo (Aiviter), che sosterrà il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo “affinché siano rispettate le sentenze nei confronti dei terroristi condannati per i delitti compiuti negli anni di piombo”.
“Trovo giusto e doveroso il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo da parte dell’Associazione vittime del terrorismo”, ha commentato il deputato di FdI, Riccardo De Corato, chiarendo di trovare “davvero assurdo che un terrorista, come lo è stato Ventura, debba essere lasciato libero, senza alcuna conseguenza giudiziaria, e la precedente pena sia stata estinta per decorso del tempo”. Il caso Ventura, ha commentato De Corato, “è stato un brutto segnale da parte di Procura generale e Corte d’Assise d’appello di Milano”.
Il provvedimento della prima Corte d’Assiste d’Appello di Milano, che ha accolto l’istanza presentata dal difensore di Ventura Davide Steccanella, ricorda che l’ex terrorista, oggi 75enne, era stato condannato con sentenza divenuta definitiva nel 1996 a 22 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio Custra e per altri reati “posti in continuazione”. Nel giugno del 2021 erano state dichiarate “estinte” per “decorso del tempo, senza che i provvedimenti di condanna” fossero “stati eseguiti, tutte le pene inflitte al Ventura salvo quella base” di 14 anni per l’omicidio Custra. Ma poiché dal 1996 sono passati 28 anni, dunque il tempo doppio della pena necessario per l’estinzione, “allo stato risulta integrato il presupposto temporale” per il provvedimento, anche se quella pena non è stata mai scontata. La sentenza che ha decretato estinta la pena è stata depositata il 31 ottobre, il legale ha poi atteso che venisse formalmente dichiarato decaduto l’ordine di carcerazione che pendeva su Ventura e due giorni fa è arrivata la notizia della possibilità di rientro dalla Francia senza conseguenze.
(In foto Antonio Custra e Raffaele Ventura)
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