Scene dei suoi primi passi nel mondo della palla ovale, unico campo fra i tanti calpestati che aveva il sapore di casa e dove fra appena un mese sarebbe tornato a condividere mete e vittorie con i compagni di una vita.
Lo stadio del rugby di Paese , oggi, sabato 23 novembre all’allegria delle tifoserie lascia spazio ad una folla chiusa nel dolore per la morte di Amar Kudin, poliziotto e rugbista trentaduenne morto lunedì scorso a Roma in un frontale fra due auto della polizia.
È il giorno dell’ultimo saluto laico al poliziotto gentile e atleta rigoroso.
[[ge:gnn:tribunatreviso:14832491]]
A Paese il sindaco ha dichiarato lutto cittadino. Decine di pantere della Polizia schierate ai bordi del viale che conduce all’ingresso dello stadio attendono il feretro di Amar. Al suo arrivo suona il silenzio delle volanti.
[[ge:gnn:tribunatreviso:14832550]]
Poi la folla si riunisce al centro del campo, attorno alla bara avvolta nel tricolore, a centinai assistono dagli spalti.
A succedersi al microfono il sindaco di Paese Katia Uberti, Gigi Pozzebon presidente del Rugby Paese, il questore di Treviso Alessandra Simone e infine la sorella Tajma: “Amar non vorrebbe vederci tristi, fratello sorridi e pensa al mio nome”.