Con la Costituente che deciderà il futuro del M5S al via, in queste ore di ultimi preparativi, prove tecniche di consultazione, conta nei numeri e resa dei conti, è soprattutto lo spettro dell’Elevato (e l’incognita voti su Nova) che si concentrano attenzioni e timori di contiani e grillini… Toccata e fuga, o blitz con tanto di colpo di teatro di cui è sempre notoriamente in vena, per Beppe Grillo a Roma?
Il Garante e padre nobile del M5S è arrivato ieri per poi ripartire nella mattinata di oggi – almeno sulla carta – e secondo quanto riferisce l’Agi in queste ore, sarebbe stato avvistato in un albergo della zona Nord della città, non quindi nell’abituale e più centrale “rifugio” del Forum. Così, proprio mentre l’attenzione mediatica si concentra sull’apertura della fase costituente della frastagliata galassia pentastellata, avviata da Giuseppe Conte con l’appuntamento di Nova che avrà poi il suo clou nella “diretta” in cui domenica 24 sarà annunciato l’esito della votazione degli iscritti sul nuovo corso “progressista”, lo spettro di Grillo aleggia sul Movimento (e turba i sogni di gloria del leader alle prese con la rifondazione).
E con M5S alla resa dei conti, i duellanti Grillo e Conte l’un contro l’altro armati, tutti s interrogano sulla mossa a sorpresa dell’imprevedibile Garante, che in queste ore rilancia con forza l’amletico dubbio che fu di Nanni Moretti in Ecce Bombo: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». L’indecisione di Michele Apicella nel film di Moretti si attaglia perfettamente al comico Grillo, teatrante per vocazione e politico dalle irruzioni coreografate che alla vigilia dell’Assemblea costituente che potrebbe cambiare per sempre il Movimento 5 stelle, calamita anche solo insinuando il dubbio gran parte dell’attenzione su di sé e sul duello a distanza che da tempo ormai dilania la martoriata compagine a 5 stelle. E allora: si presenterà o non si presenterà al Palazzo dei Congressi a Roma?
Che cosa farà, allora il Garante? Sembra che stia ancora valutando, spiegano i bene informati, se partecipare o meno alla kermesse al Palazzo dei Congressi. Anche se, sempre stando ai rumors più attendibili, il (paventato?) blitz potrebbe risolversi anche in una “irruzione” da remoto. D’altro canto, se l’Elevato dovesse scegliere di irrompere a Nova, troverebbe 3.500 persone ad attenderlo, ma anche un microfono e un palco con cui fare l’arringa per salvare le prerogative che da garante ha, ma che potrebbe non avere più da domenica.
Dall’altra parte della barricata invece, Conte ostenta calma – se non proprio olimpica – e quanto meno una parvenza di sicurezza: il presidente, dicono i suoi fedelissimi, è soddisfatto del gran lavoro svolto in questi tre mesi dagli iscritti, ed è pronto a raccoglierne i frutti. Ma se il raccolto fosse magro sulle prospettive di una carestia di consensi è lo stesso avvocato a ribadire – come ha fatto nelle scorse ore in un’intervista al Tg1 – che se la sua linea, quella della collocazione tra i progressisti, dovesse essere sconfessata ne trarrebbe le dovute conseguenze…
Agli iscritti l’ardua sentenza. E tra un Patuanelli che plaude al «momento della più alta partecipazione e della capacità della base di decidere quello che il Movimento deve essere». Una Paola Taverna che ostenta certezze – il Movimento 5 stelle, dice, «ha un futuro solido davanti a sé con Conte alla guida». E una Todde che sogna lo slancio, e che da Repubblica lancia un appello a «chi guarda al passato e vuole ancorare il M5S alle origini e alla pubertà politica».
Una Todde che, invocando «una presa di posizione chiara sul chi siamo, sul cosa vogliamo e sul dove andare», si dichiara pronta a puntare sulla «scommessa di Conte e anche la mia», alle 15 di domani (24 novembre ndr) i giochi saranno fatti. Si scoprirà quale è stata la puntata vincente: se quella di Conte. O se, invece, ha fatto breccia nella comunità l’invito all’astensione, coltivato non proprio sottotraccia da Grillo, per mandare a monte il progetto di rifondazione della creatura pentastellata.
Creatura multiforme come non mai che per qualcuno, però, non ha più senso di esistere. Alcuni ex simpatizzanti del M5s, tra il goliardico e il politico, hanno affisso nei muri di Roma, Milano e Napoli, e persino New York, il manifesto funebre del movimento: scomparso, scrivono con ironia, proprio nei giorni di Nova. «È morto dopo lunga agonia il Movimento 5 stelle (di anni 15). Si stringono intorno all’Elevato elettori e attivisti che hanno condiviso il sogno dell’onestà e della democrazia diretta», si legge. E lo spettro del padre nobile che fu continua ad aleggiare inquietantemente…
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