Una cosa è il tesoro dell’Arcidiocesi, ovvero di Aquileia, a seconda di come si voglia chiamarlo. Un’altra è il tesoro della Cattedrale di Gorizia che vanta ostensori, tunicelle, reliquiari, pastorali, statue e busti, tutti di elevato pregio e di grande forza suggestiva derivante dal loro vissuto, strettamente intrecciato alla storia del territorio. Sono 34 i pezzi che si potranno ammirare nella mostra permanente che verrà inaugurata, in Duomo, giovedì 28 novembre. Sarà un’esposizione senza precedenti per caratteristiche e valenza che arricchisce, ulteriormente, la ricca e variegata rosa di eventi espositivi che accompagnano la Capitale europea della cultura 2025.
La mostra, che sarà poi visitabile il sabato e la domenica dalle 15 alle 17, con ingresso libero, consentirà di ammirare i preziosi tesori storici del Duomo e di vivere un momento di riflessione in un contesto di grande valore culturale che assume ancora più significato nell’ottica di Go!2025. La serata inaugurale di giovedì 28 novembre prevede, alle 18.30, la messa presieduta dall’arcivescovo, Carlo Roberto Maria Redaelli: a seguire, alle 19.15, l’esecuzione dell’Ave Maris Stella composta dal maestro Marco Colella, eseguita dal baritono Eugenio Leggiadri Gallani, con lo stesso Colella all’organo. Infine, alle 19.30, ci sarà la presentazione della mostra del Tesoro della Cattedrale, esposto sul matroneo e nella sacrestia superiore della chiesa.
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La Cattedrale metropolitana dei Santi Ilario e Taziano martiri è il principale luogo di culto cristiano-cattolico della città di Gorizia e sede vescovile dell’omonima arcidiocesi metropolitana. Quando il Patriarcato di Aquileia fu soppresso, nel 1751, furono create due nuove sedi episcopali, quella di Gorizia e quella di Udine. Il primo arcivescovo di Gorizia, Carlo Michele d’Attems riorganizzò la vita religiosa e realizzò nella Cattedrale la Cappella delle Reliquie per accogliere il tesoro del Duomo, costituito da antichi beni goriziani e arricchito da reliquie e relativi reliquiari facenti parti del Tesoro di Aquileia e dalle cospicue donazioni dell’imperatrice Maria Teresa, tra cui preziosi paramenti liturgici.
I pezzi originali più antichi tra quelli esposti sono i busti lignei di Ilario, Taziano e Stefano del XVI secolo, e alcuni reliquiari e reliquie della chiesa metropolitana, qui trasportati nel 1756, che raccontano come la Chiesa goriziana raccolse l’eredità di quella aquileiese. Questo rende quanto esposto ancora più interessante, dato che consente di mettere in luce il legame mai sopito fra Gorizia e quella che è chiamata la seconda Roma. A questi pezzi se ne sono aggiunti altri nel corso del tempo, che raccontano stili di santità più moderni.
La realizzazione del progetto è stata possibile grazie ai contributi della Regione e dell’8 per mille della Chiesa Cattolica. I lavori sono stati coordinati dall’ufficio Arte sacra dell’Arcidiocesi di Gorizia. Per l’inaugurazione è stato scelto non a caso il 28 novembre, il giorno della dedicazione della chiesa: nel 1942, infatti, l’arcivescovo Carlo Margotti riconsacrò la Cattedrale riparata dopo i danni subiti durante la Prima guerra mondiale.