In vetta alla classifica della qualità della vita del Sole 24 ore, ma ventinovesima per ricchezza dell’ecosistema urbano: Udine ha già una strategia per colmare questo gap e si chiama Piano zero del verde. Si tratta del primo passo verso l’adozione del Piano del verde: introdotto da una legge del 2013 come strumento volontario per fare il punto sullo stato di salute della natura cittadina e per progettarne lo sviluppo, solo l’8% dei comuni italiani lo ha adottato. Udine lo farà, prima in Friuli Venezia Giulia.
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«Una gestione competente e condivisa del verde cittadino non era più rimandabile» dichiara Ivano Marchiol, l’assessore competente. «Abbiamo lavorato per un anno con gli uffici tecnici del comune, ci siamo confrontati con altre amministrazioni, da Barcellona a Bolzano, passando per Torino, Prato e Padova, e siamo giunti a formulare un documento complesso, che diventa un vademecum indispensabile per affrontare il cambiamento climatico» continua Marchiol, sottolineando che l’amministrazione sta portando avanti una serie di operazioni, primo tra tutti il censimento del patrimonio arboricolo pubblico e privato, che non era mai stato fatto, in un’ottica generale di forestazione urbana. «Siamo a un terzo di un’operazione per cui abbiamo stimato una spesa di 350 mila euro, abbiamo censito 7500 esemplari su 24 mila afferenti al comune, che diventa 91 mila se si considerano anche quelli privati».
Dall’adozione del piano di forestazione urbana all’aumento della biodiversità e della superficie verde, alla connessione più efficiente degli spazi, le cinque strategie elaborate dal piano puntano ad aree verdi accessibili e sicure, nel rispetto del valore economico di un patrimonio la cui gestione, per adesso, vale tre milioni e mezzo di euro l’anno. «L’auspicio è di creare uno strumento partecipato, che fornisca linee guida anche ai cittadini» continua Marchiol, che ieri ha presentato il progetto a un convegno rivolto ai portatori d’interesse (l’università, gli esperti agronomi e architetti, le associazioni), ma punta ad allargare la platea all’intera cittadinanza, attraverso la pubblicazione del documento sul sito. «Successivamente si apre la fase di interlocuzione con tutti gli attori, per arrivare a una deliberazione comunale – auspicabilmente – la prossima primavera». Se i tempi dell’operatività si allungano, è pur vero che le buone pratiche suggerite sono già applicabili.
Seguendo il fil rouge delle classifiche nazionali, prezioso indicatore per comprendere lo stato dell’arte, a Udine gli spazi verdi pubblici occupano il 3,42 percento del territorio, sopra la media regionale ma al 43° posto a livello italiano. Ogni abitante ha a disposizione un polmone verde di 19,76 metri quadri, e non è un dato confortante, visto che la media nazionale è di 32,5. «Vogliamo dare concretezza al proposito di rendere Udine una città vivibile» prosegue Marchiol, specificando che nel piano di valorizzazione studiato a palazzo d’Aronco sono comprese, oltre ai parchi, ai giardini storici, alle aiuole che disegnano le piazze, tutte le attrezzature che servono a rendere le 86 aree verdi spazi di aggregazione sociale.
Alberi potati in modo sbagliato – l’assessore cita ad esempio i sei cedri dell’ospedale, recisi pochi giorni fa –, carenza di acqua (la siccità del 2022 che sterminò le betulle), errata progettazione del verde con scelta di piante inadatte al luogo o al clima: criticità che il Piano zero mira a risolvere. «Fino a oggi il tema del verde è stato bistrattato, con alberi, cespugli e aiuole concepiti come mero ornamento» spiega ancora Marchiol. «Noi puntiamo a ribaltare questa prospettiva e a trattare il verde come infrastruttura da gestire e verso cui creare consapevolezza e azioni concrete». Nel piano se ne contano 240, per adesso, regolate da 70 indicatori che misurano la coerenza con le linee strategiche. Perché il verde pubblico è una cosa seria.