I milanesi Exilia, pionieri dell’alternative metal italiano, sono il nome di punta di una due giorni di concerti al Kulturni Dom di Prosecco. A loro spetta la chiusura della serata di oggi, 22 novembre, anticipati (apertura porte alle 17.30) da diverse band del territorio: SilentLie, Red Code, Asterya, DeadPlanet. Dopo una prima serata dalle tinte metal, il Drift festival organizzato da Gabriele Grieco del Drago Verde con l’associazione SanGiorgio2020, continuerà domani dalle 17 con i triestini LaPeka, Monkey Intrusion, Jay Tommasini unplugged, Big Black Whale e BenCazzadaDiscoParty2.
Gli Exilia portano dal vivo il loro show “Unleashed XX” che celebra vent’anni dall’album “Unleashed”: «In questi anni – commenta la cantante Masha Mysmane – non siamo passati spesso dalle vostre parti. A Trieste credo che abbiamo suonato una sola volta, ma i ricordi sono sfuocati perché abbiamo fatto davvero tantissimi concerti nella nostra carriera. E anche la Slovenia poco, non ci abbiamo fatto tappa nemmeno con il tour dei Rammstein che toccava tante capitali d’Europa».
Che spettacolo proponete a Prosecco?
«Faccio una premessa: nel 2015 abbiamo pubblicato l’album “Purity”, poi tra il 2018 e il 2019 un paio di singoli ma la pandemia ha bloccato tutto ed è passato molto tempo prima che uscisse il successivo “Heroes and Dust”, nel 2023. Lì si è riattivato il motore anche promozionale. Nel frattempo, è scattato il ventennale del secondo album, che ci aveva regalato due brani nella Top 20 in Germania, quindi la scaletta attuale è incentrata su questo disco. Poi ovviamente ci sono anche tre o quattro brani dal nuovo, visto che è ancora fresco, ad esempio “Feel The Fire” che è un inno in terra tedesca e non solo».
Qual è la ricetta della longevità degli Exilia?
«All’inizio pensavo che la difficoltà maggiore fosse avere un progetto dall’identità così forte da poter competere con la serie A nel mondo. Adesso mi rendo conto che la cosa più difficile è riuscire a mantenere quello che sei riuscita a creare. Inevitabili i cambi di line up. Sono una persona molto tollerante, ma non transigo su impegno e devozione, non sopporto la pigrizia che porta anche a non essere capaci di aspettare pretendendo tutto subito. La band è una specie di famiglia, quindi è stata dura a volte fare dei cambi, che poi creano dei rallentamenti. Ci vuole pazienza e sangue freddo».
La formazione attuale?
«È insieme da sette anni e finora è stato bellissimo tutto, ho trovato faticosamente un equilibrio che funziona e che cercavo da una vita. Siamo appena rientrati dallo studio in cui abbiamo registrato due nuovi singoli, l’album uscirà nel 2025».
Una frontwoman, una donna al comando di una metal band: come vive questo ruolo?
«Sono sempre stata troppo impegnata a dire quello che volevo dire, la mia esistenza non è stata facile fin dall’inizio quindi sono una cantante che ha usato la musica per esprimere sé stessa. Un manager tedesco un giorno mi disse: “tu pensa a farti le trecce sui capelli e io penso al resto”. La cosa che mi dà più fastidio è che molte colleghe si sono piegate, come se non avessimo voce in capitolo, finendo per pensare più all’intrattenimento, all’immagine che non a cantare, all’arte». —